I giornali italiani vogliono un Papa che conoscono
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I giornali italiani vogliono un Papa che conoscono

Quale papa sognano i grandi giornali italiani? Un papa riformatore? Che rilanci la fede? Che apra alla modernità? No: sognano uno che li abbia nell'agendina!

I giornali italiani vogliono un Papa che conoscono
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10 Marzo 2013 - 18.07


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E’ molto interessante l’orizzonte culturale dei giornali italiani davanti alla scelta del successore di Pietro e di Benedetto XVI.

La scelta che i 115 cardinali elettori sono chiamati a compiere ha di tutta evidenza a che fare con la modernità. Un rapporto non facile quello tra Chiesa e modernità, ma un rapporto che se si sciogliesse farebbe comodo a tutti, alla Chiesa, parte essenziale dell’identità del nostro mondo, cioè dell’Europa, e alla modernità, parte altrettanto essenziale della nostra identità di figli di questo tempo. Sono entrambe in crisi queste due componenti della nostra identità? Sembra di sì. La modernità un po’ meno, forse, visto che ormai esistono più modernità, non c’è più soltanto la modernità che abbiamo conosciuto in passato e caratterizzata dall’esperienza occidentale, ormai esiste la modernità globalizzata, fatta di più modernità. E la crisi dell’Occidente è certamente prodotto e causa della crisi della modernità occidentale e della Chiesa che non sa dialogare né con la modernità occidentale né con le altre modernità dell’era globalizzata.

Per recuperare un’identità e sperare di trovare un ruolo nel futuro serve a tutti noi una Chiesa che esca dalla sua crisi identitaria, cioè dalla sua incapacità di dialogo con l’uomo moderno. Perché una chiesa che non sa capire l’uomo e le sue sofferenze, ma solo predicare se stessa e le sue certezze, non serve né alla Chiesa né all’Occidente, laico o credente che sia.

Ma una sfida del genere chi la può affrontare? Qualche nome c’è; sia in Occidente, basti pensare all’arcivescovo di Vienna, sia in Oriente, basti pensare all’arcivescovo di Manila, sia in Africa, basti pensare all’arcivescovo di Abuja, sia in Nord America, basti pensare all’arcivescovo di Boston, sia in Sud America, basti pensare all’arcivescovo di Cuba.

Dietro questi nomi di prelati che non conosciamo, con i quali non andiamo a cena, c’è l’idea che loro rappresentino una Chiesa che affrontando la sua crisi sappia aiutarci ad affrontare anche la nostra crisi. Ognuno per la sua strada… Forse sbagliamo, ma non per calcolo di bottega. A Rep e Corsera, presi da evidente crisi di vendite, invece sembra che interessi un Papa che li aiuti a vendere qualche copia in più. Magari con un’intervistina… E se non l’avessero? Beh, rimarrebbe la speranza di poter avere qualche “leak” in italiano.

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