L'autore spiega la foto del fulmine
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L'autore spiega la foto del fulmine

La foto simbolo del fulmine su San Pietro è stata fatta da Alessandro De Meo nel giorno dell'annuncio delle dimissioni di Benedetto XVI. Ecco sull'Ansa il suo racconto.

L'autore spiega la foto del fulmine
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12 Febbraio 2013 - 17.11


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Otto secondi, con la macchina fotografica appoggiata su una balaustra. Sembra banale la spiegazione tecnica della foto del fulmine sul cupolone della Basilica di San Pietro, eletta a simbolo dell’annuncio delle dimissioni di papa Benedetto XVI e che ieri ha spopolato su internet e oggi ha monopolizzato i principali quotidiani italiani e stranieri. L’inquadratura abbraccia il colonnato del Bernini, la facciata del Maderno e la cupola voluta da Bramante e da Michelangelo Buonarroti. Proprio sulla cupola cade un fulmine, che sembra colpire la basilica di San Pietro. E che probabilmente la colpisce, dato che proprio in quel punto e’ sistemato un parafulmine.

‘Stava arrivando un temporale – racconta Alessandro Di Meo, il fotoreporter dell’ANSA autore dello scatto -. Quando ho visto il primo fulmine ho avuto l’idea e mi sono subito spostato sotto il colonnato. Sono stato quasi quaranta minuti a combattere con la macchina fotografica e le intemperie per cercare di realizzare la foto che avevo pensato”. Una lotta contro il tempo, ma anche contro la sfortuna: ”Mentre pulivo la lente dalle gocce di pioggia, un primo fulmine ha colpito la cupola. E io non ho potuto far altro che osservare impotente, oltre che decisamente arrabbiato”. La sfortuna pero’ non e’ bastata a scoraggiare Di Meo, che ha perseverato nel tentativo di cercare di realizzare la foto cosi’ come la aveva immaginata.

”Ho provato ancora diverse volte – aggiunge il fotoreporter – finche’ un fulmine ha colpito la cupola proprio mentre scattavo”. Per gli amanti della tecnica fotografica, Di Meo ha rivelato anche i dati di scatto della foto: ”La macchina fotografica era poggiata su una transenna, e non su un cavalletto. Il tempo di esposizione era di otto secondi, a 9 di diaframma e 50 iso di sensibilita’. Ovviamente la macchina era impostata in manuale e montavo un obiettivo grandangolare che mi permetteva di includere tutta la basilica nell’inquadratura”.

La foto non ha mancato di scatenare accese discussioni, rimbalzate soprattutto sul web e sui social network. Molte voci della rete hanno messo in discussione la veridicita’ della foto, sospettando un fotomontaggio o qualche intervento di fotoritocco. La smentita di Di Meo e’ categorica: ”Capisco che la foto possa sembrare incredibile. Ma foto di fulmini se ne sono sempre fatte – replica fermamente il reporter -. L’unica differenza, in questo caso, e’ che si tratta del fulmine giusto, nel posto giusto e al momento giusto. Io ci sono riuscito per caparbieta’, e, perche’ no, anche con un pizzico di fortuna”. 

www.alessandrodimeo.com

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