“Interrompere l’infame flagranza da Quinto Mondo nel quale siamo immersi nella cloaca statalista italiana”. È “l’invito rivolto in particolare a Monti, a Bersani e al… leader berlusconiano Bobo Maroni”, lo dice Marco Pannella che proprio prima delle Feste ha affrontato uno sciopero della fame e della sete che lo ha portato quasi a morire per richiedere che l’emergenza carceri fosse affrontata. Il premier Mario Monti lo era andato a trovare in ospedale, come anche il ministro della Giustizia Severino, si erano impegnati a fare qualcosa, poi…
“Cosa altro dovremmo ancora fare – chiede Pannella – per decriminalizzare la sostanziale e perbenista criminalità di stampo nazi-comunista per la quale ormai, quasi quotidianamente, siamo non tanto e non solamente condannati ma infamati in Europa e nel mondo?”.
Anche l’Associazione Antigone, che da sempre si batte in Italia perché le prigioni non siano luoghi di perdizione e abbandono, brinda alla sentenza della Corte di Strasburgo, che definisce “epocale”. “L’Italia rischia di dover pagare un’enormità di risarcimenti. Sono infatti oltre 500 i ricorsi presentati da detenuti per le condizioni disumane e degradanti in cella”, ha detto Patrizio Gonnella, presidente dell’associazione, che ha già presentato 140 ricorsi, di
cui molti collettivi. “Ora l’Italia – spiega Gonnella – in base alla sentenza, ha un anno di tempo per rimediare”.