L’inchiesta della Procura di Bologna
sugli eventuali sprechi della politica in viale Aldo Moro non
vuole capire solo come i soldi dei gruppi consiliari siano stati
spesi negli ultimi sette anni, ma anche come il loro utilizzo sia
stato controllato da chi era preposto a farlo.
Ecco perché,
nella ‘lista’ delle carte da consegnare che oggi i finanzieri
arrivati in viale Aldo Moro hanno chiesto all’ufficio di
presidenza dell’Assemblea legislativa, ci sono anche tutti gli
atti di controllo fatti sulle spese dei gruppi relative al
mandato 2005-2010.
Da un lato i ‘visti’ di regolarità parziale e
finale dei rendiconti vergati dall’apposito Comitato tecnico (in
cui siedono i revisori dei conti), dall’altro il successivo
accertamento svolto dall’Ufficio di presidenza, che nel mandato
2005-2010 era guidato da Monica Donini, eletta con la Federazione
della sinistra. Insomma, anche l’operato dei ‘controllori’
finira’ sotto la lente degli investigatori insieme a fatture,
scontrini, pezze d’appoggio e qualunque altra documentazione
contabile che i gruppi abbiano consegnato alla Presidenza
dell’Assemblea a supporto dei rendiconti dei gruppi presentati a
fine mandato.
Per proseguire le indagini, si legge nell’atto firmato dai pm
che oggi i finanzieri hanno consegnato in Regione, la Procura ha
bisogno di acquisire tutta la documentazione contabile ed
extracontabile relativa alle spese fatte dai gruppi con i
contributi regionali. Tutti i documenti (fatture e scontrini)
devono essere consegnati in copia originale: nell’atto firmato
dai pm si parla di “consegna immediata”. Di fatto, però, la Gdf
lascerà ai gruppi il tempo necessario a fotocopiare le carte per
tenerne una copia. Ma tornera’ a giorni a ritirare gli
originali.
Per gli atti di controllo, invece, alla
Gdf bastano le copie conformi all’originale. Così come sono
state chieste copie di tutti gli atti deliberativi con cui la
Regione ha definito tutti i tipi di contributi assegnati a
ciascun gruppo consiliare dal 2005 ad oggi, oltre alle delibere
che regolano il funzionamento e l’attività dei gruppi.
Nelle
mani della Gdf, poi, finira’ anche tutta la normativa di
riferimento sulla questione, comprese le norme attuative per la
rendicontazione. Questo perche’ i finanzieri, su ordine dei pm
Morena Plazzi e Antonella Scandellari, dovranno verificare se le
modalita’ con cui i gruppi hanno rendicontato le spese sono stati
corretti. Infine, all’Ufficio di presidenza (a scanso di
equivoci) e’ stato chiesto di consegnare alle Fiamme gialle anche
qualsiasi altra documentazione relativa alle spese del gruppi.
Questo perche’ gli inquirenti vogliono vederci chiaro su tutto
l’iter, dall’assegnazione dei fondi fino alla loro
rendicontazione.
Fiamme gialle e pm vogliono sapere come i soldi
venivano assegnati ai gruppi e poi, una volta li’, come venivano
spesi, da chi e per cosa. Poi c’e’ il ‘post’ utilizzo: gli
inquirenti verificheranno come le spese siano state rendicontate
e se siano state controllate a dovere da chi per legge doveva
verificare che l’utilizzo di quei fondi fosse regolare.
Ai singoli gruppi, invece, la Finanza ha chiesto di consegnare
la documentazione originale di tutte le spese del 2011 e 2012.
Insieme a scontrini, fatture e pezze d’appoggio, vanno consegnate
anche le scritture contabili e i rendiconti annuali. Trattandosi
di due anni ancora in corso di legislatura, non ci sono ancora i
rendiconti finali che i gruppi devono presentare alla presidenza
alla fine del mandato. L’unica cosa che la Gdf puo’ fare, dunque,
e’ analizzare i rendiconti annuali presso ogni gruppo.