di Franco Pennello
Proprio sul decreto Sviluppo e sull’opportunità di inserire al suo interno il doppio condono (edilizio e fiscale) si consuma l’ultima battaglia tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro del Tesoro Giulio Tremonti. Un scontro che dura ormai da tempo e che può portare a conseguenze estreme: o il Pdl fa fuori il titolare di via XX settembre, o lui e la Lega (sua fedelissima sostenitrice) fanno cadere il governo Berlusconi.
“Col condono vinciamo le elezioni”
L’ora del regolamento dei conti, insomma, è arrivata. Berlusconi ne è consapevole e come sempre non si tira indietro. Anzi, tutt’altro. “Tremonti – ha detto il premier a uno dei coordinatori del Pdl – ha assunto una posizione ideologica sul condono, ma si dovrà ricredere”.
Per il Cavaliere infatti non ci sono altre strade possibili per incassare quei miliardi che servono a finanziare la crescita. E non vuol sentire ragioni: “Se facciamo il condono fiscale, se lo uniamo magari a una sanatoria sui piccoli abusi edilizi e diamo una scossa all’economia, vi assicuro che le prossime elezioni le rivinciamo noi”.
I suoi gli suggeriscono anche una patrimoniale leggera, ma su questo non hanno ancora fatto breccia.
Gli attacchi di Cicchitto e Bondi
Come scrive infatti La Repubblica la strategia del Cavaliere e dei suoi fedelissimi è chiara: bisogna far fuori Tremonti. Ne è una prova il piglio antitremontiano assunto ieri da Cicchitto e Bondi. E in molti, nel governo e nel partito di maggioranza, si augurano che sia quello definitivo, che il duello si concluda insomma con la testa del “professore” sul piatto.
“Tremonti con la sua rigidità – è il sospetto di un ministro di peso – finirà per far cadere il governo. È questo che vuole? Sta cercando l’incidente per una crisi?”.
Preoccupa l’asse con la Lega
Le mosse del ministro dell’Economia vengono passate ai raggi X e la decisione di partecipare ieri al direttivo della Lega, insieme con Bossi e tutti i colonnelli del cerchio magico, è stato un segnale che a palazzo Chigi è arrivato forte e chiaro. “Tremonti – ha spiegato un fedelissimo del premier – è andato a cercare la sponda del Carroccio contro di noi. Non a caso, dopo l’incontro a via Bellerio, Bossi e Tremonti hanno fatto filtrare il loro comune “no” all’ipotesi del condono”.
Desta sospetti nel Pdl anche l’apparente disinteresse dei leghisti sui contenuti del decreto Sviluppo, quasi preludesse a un disimpegno dall’alleanza di governo, motivato proprio con la stroncatura di un provvedimento che non li ha visti protagonisti.
Problemi anche nella Lega
Ma anche nella Lega la situazione non è idialliaca. Tant’è che dopo il “golpe” di Varese Bobo Maroni e Giancarlo Giorgetti hanno disertato il “lunedì dei colonnelli” in via Bellerio. Ufficialmente il ministro dell’Interno aveva un impegno istituzionale in provincia di Brescia. Giorgetti invece era in sede, ma impegnato in altre faccende.
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