Arrigoni vittima di oscure trame

Stefano Marcelli: "La domanda ci sta lì davanti, inquietante e tragica: chi ha ucciso Arrigoni? E, soprattutto, perché uccidere un volontario che denunciava i crimini israeliani?"

Arrigoni vittima di oscure trame
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16 Aprile 2011 - 11.10


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“La domanda ci sta lì davanti, inquietante e tragica come quel corpo immobile e tumefatto: chi ha ucciso Arrigoni? E,soprattutto,perché? Possibile che dei palestinesi,a Gaza, uccidano un volontario che dal 2008 condivide con gli abitanti della striscia violenze e paure e promuove la solidarietà denunciando i crimini israeliani? No, non c’è niente di chiaro in questo omicidio. Per questo è importante indagare, alzare le orecchie, non accontentarsi di versioni sbrigative: lancio un appello a colleghi e testate, perché la morte di Vittorio non sia archiviata come un gesto di ordinaria barbarie, ‘un normale incidente’ in un’area dominata dall’incertezza e dalla violenza”.

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Questo l’appello lanciato oggi al mondo dell’informazione italiana dal presidente di Isf (Information Safety and Freedom) Stefano Marcelli, in una nota che prosegue:

“Chi ha ucciso Arrigoni? Il gruppo salafita Tawhid wal Jihad nega ogni coinvolgimento nell’azione. Eppure era la liberazione del suo leader, arrestato da Hamas il mese scorso che si chiedeva al momento del rapimento. Il movimento salafita, definito vicino ad Al Qaeda, è di fatto una galassia di gruppi in continuo cambiamento spesso collegato a bande criminali. I componenti provengono da vari Paesi arabi (Siria, Egitto, Yemen, anche Paesi europei e utilizzano anche militanti palestinesi). Si tratta quindi di gruppi di difficile identificazione e utilizzabili da vari attori a vari fini. Negli ultimi tempi i gruppi salafiti sono entrati in aperto conflitto con Hamas, che ha gestito direttamente gli sviluppi del rapimento di Vittorio. L’ostaggio avrebbe potuto essere salvato? E’ stato ucciso a causa dell’intervento militare di Hamas? Più esplicitamente: Hamas ha delle responsabilità sulla morte di Arrigoni?”.

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“Arrigoni – continua la nota di Marcelli – è stato torturato: sapeva qualcosa che non doveva diventare pubblica?E ancora: Arrigoni era vicino alle Brigate dei Martiri di Al-Aqsa, organizzazione legata a Fatah, anche questo potrebbe averlo fatto diventare un obiettivo”.

“Infine, il contesto della vicenda. Siamo di fronte – continua Marcelli – ad una vera e propria escalation di azioni della galassia integralista nei territori. Un mese fa, a  Itamar in Cisgiordania,  lo sterminio di una famiglia di coloni, con tre bambini sgozzati. Dieci giorni fa è stato ucciso a Jenin, Juliano Mer-Khamis, figlio di una israeliana e un palestinese e fondatore di un teatro considerato un insulto alla shaarja. Anche lui era vicino alle Brigate Al Aqsa. Da Gerusalemme si parla di oscure trame volte a generare una situazione di caos nei Territori. Secondo alcuni osservatori questi attentati vorrebbero mettere in difficoltà Hamas, indebolito dai problemi dei suoi alleati: l’isolamento crescente dell’Iran nell’area mediorientale e la situazione critica della Siria, impegnata a fronteggiare i moti di piazza in atto. C’è anche chi registra la ripresa di iniziativa del presidente Abu Mazen, che starebbe mettendo in un angolo Hamas. E, tra gli analisti arabi, non manca chi indica nei servizi di intelligence israeliani i responsabili di questa catena di omicidi. Il sito israeliano di intelligence Debka si è affrettato a comunicare che i rapitori accusavano Arrigoni di essere un informatore di servizi occidentali. Un’accusa di routine nei rapimenti di occidentali”.

“Torniamo all’inizio- conclude la nota di Marcelli- : chi e perché ha ucciso Arrigoni? Mentre manifestino il nostro cordoglio e la denuncia per questo orrendo crimine, rilanciamo quelle domande e lo faremo finché non troveranno risposta. E’ il nostro lavoro. E’ il nostro dovere”.

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