La Rai al bivio: stop al giornalismo d'inchiesta per non disturbare la narrazione sovranista
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La Rai al bivio: stop al giornalismo d'inchiesta per non disturbare la narrazione sovranista

Il M5S si batterà con la massima determinazione perché sia tutelato e anzi rafforzato il giornalismo d'inchiesta, che per la Rai è un aspetto qualificante della sua mission quale servizio pubblico, plurale e imparziale

La Rai al bivio: stop al giornalismo d'inchiesta per non disturbare la narrazione sovranista
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2 Luglio 2023 - 22.28


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Nel contesto della discussione sul nuovo contratto di servizio Rai, l’opposizione si mobilita per preservare il giornalismo d’inchiesta, temendo che possa essere compromesso. Alcuni sostengono che il governo potrebbe sfruttare il servizio pubblico per promuovere una narrazione sovranista, mettendo a rischio l’imparzialità e la pluralità dell’informazione.

«Il M5S si batterà con la massima determinazione perché sia tutelato e anzi rafforzato il giornalismo d’inchiesta, che per la Rai è un aspetto qualificante della sua mission quale servizio pubblico, plurale e imparziale. L’attenzione del M5S su questo punto sarà massima e sarà rivolta a ottenere che questa garanzia sia messa nero su bianco». Giuseppe Conte rilancia il suo altolà alla vigilia della riunione del cda Rai che dovrà votare la bozza del nuovo contratto di servizio 2023-2028 tra Viale Mazzini e il ministero del Made in Italy: un testo che ha suscitato critiche relative in particolare all’assenza di un articolo specifico sulla valorizzazione del giornalismo d’inchiesta, ma anche alla minore importanza alla coesione sociale e allo spirito di accoglienza a fronte di una attenzione alla promozione della natalità.

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A sollevare il caso del giornalismo di inchiesta era stato per primo Sigfrido Ranucci, conduttore di Report, a Forrest su Radio1 (programma nel frattempo arrivato all’epilogo), suscitando reazioni contrariate dalla segretaria del Pd Elly Schlein al presidente della Fnsi Vittorio Di Trapani. La Rai aveva però definito le polemiche «prive di ogni fondamento», spiegando che nel testo «si fa esplicito riferimento al giornalismo d’inchiesta nel capitolo dedicato all’informazione come genere specifico, per dare particolare rilievo a tutte le modalità che riguardano la valorizzazione della qualità dell’informazione» e ricordando che nei prossimi palinsesti i programmi di inchiesta aumenteranno «per numero e per quantità di ore», a partire proprio da Report. Considerazioni che con ogni probabilità saranno ribadite domani in cda dall’Ad Roberto Sergio, che proverà a trovare una mediazione dopo le criticità segnalate anche in consiglio da Riccardo Laganà, Francesca Bria e Alessandro Di Majo. Dopo il voto, la bozza di contratto verrà sottoposta al parere obbligatorio, ma non vincolante, della commissione di Vigilanza. Poi verrà formulato il testo definitivo che dovrà essere nuovamente votato in consiglio prima di entrare in vigore.

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Domani in cda è prevista anche la presa d’atto dei nuovi palinsesti Rai, che saranno ufficializzati il 7 luglio a Napoli. Gli occhi sono puntati su Bianca Berlinguer, che indiscrezioni dei giorni scorsi hanno dato in procinto di passare a Mediaset per condurre una prima serata su Rete4. Cartabianca è stato confermato dal nuovo vertice aziendale su Rai3 e il silenzio di queste ore sembrerebbe escludere clamorosi traslochi per l’ex direttrice del Tg3 verso Cologno Monzese, ma il condizionale è d’obbligo. Al valzer degli addii – dopo quello di Serena Bortone a Oggi è un altro giorno, lo spazio pomeridiano di Rai1, è arrivato il saluto di Maurizio Mannoni a Linea Notte su Rai3, «quello che verrà si vedrà» – si è aggiunto ieri l’annuncio che Barbara D’Urso non condurrà più Pomeriggio 5. Al suo posto potrebbe approdare Myrta Merlino. Gli ultimi rumors, lanciati dal sito Tv Blog, vorrebbero anche Ilary Blasi fuori dalla prossima stagione di Canale 5. Al momento solo voci, che alimentano l’attesa per la presentazione della nuova offerta Mediaset, prevista il 4 luglio

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