Orsini pagato da Cartabianca 2.000 euro a puntata? Fedeli (Pd): "Faremo un approfondimento in Vigilanza Rai"
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Orsini pagato da Cartabianca 2.000 euro a puntata? Fedeli (Pd): "Faremo un approfondimento in Vigilanza Rai"

La senatrice del Pd e membro della commissione vigilanza Rai: "Il servizio pubblico ha la responsabilità di informare correttamente, non può diventare il megafono degli aggressori"

Orsini pagato da Cartabianca 2.000 euro a puntata? Fedeli (Pd): "Faremo un approfondimento in Vigilanza Rai"
Alessandro Orsini, polemiche per i 2000 euro a puntata a Cartabianca
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23 Marzo 2022 - 17.48


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Orsini, il professore che si oppone alla guerra e auspica che gli ucraini si arrendano a Putin invece di combattere, visto che sono militarmente inferiori, ora è al centro di altre polemiche. Ma non per le sue idee, ma per i compensi.

“Da più parti mi è stato chiesto di fare un approfondimento e lo affronteremo in commissione di Vigilanza Rai”. Anche “rispetto al compenso va fatta una verifica. La Rai non è un’azienda privata, si paga il canone”. Valeria Fedeli, senatrice del Pd e membro della commissione Vigilanza Rai, parla così del contratto che la Rai avrebbe sottoscritto con Alessandro Orsini per una serie di apparizioni in tv nella trasmissione Cartabianca e per le quali si parla di un compenso di 2000 euro a puntata. “La commissione può e deve approfondire anche questo aspetto”.

Già l’intervento di ieri sera a Cartabianca del professor Orsini ha fatto molto discutere. Lei lo ha ascoltato, che ne pensa? “Non ho visto la trasmissione di ieri, ma ho letto e recuperato l’intervento di Orsini. E vorrei innanzitutto contestualizzare perché quella di ieri non è stata una giornata qualunque. Ieri il Parlamento italiano ha ospitato Zelensky, è stato un fatto storico e siamo stati tutti chiari, a cominciare dal presidente Draghi, su cosa sta facendo Putin.

Questo è il contesto. E allora mi chiedo: quale è la ragione per cui pago, come servizio pubblico, una persona che sostiene certe tesi?”.

“Se il tema è il pluralismo è un errore: non può esserci par condicio tra aggrediti e aggressore. Il pluralismo non può essere dare ragione a tutti e due perché l’Ucraina sta subendo una guerra e il servizio pubblico non può prestarsi a fare disinformazione, deve distinguere tra opinione e disinformazione. Il servizio pubblico ha la responsabilità di informare correttamente, non può diventare il megafono degli aggressori. Va fatto un serio approfondimento in Vigilanza”

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