Anche Radio Padania trasmetteva in modo illegittimo sul territorio nazionale, pur avendo una concessione limitata a un ambito locale. Lo racconta sul Corriere.it Alessandro Trocino. Non si tratta di una radio qualunque, ma di Radio Padania, l’emittente che fa capo al partito guidato dal vicepremier Matteo Salvini. E non è un funzionario qualunque quello che ha scritto la lettera che rileva l’illegittimità e dà sette giorni di tempo per sospendere le trasmissioni nazionali: è del ministero dello Sviluppo economico, guidato dall’altro vicepremier, Luigi Di Maio, leader dell’alleato di governo della Lega.
Una vicenda che rischia di essere esplosiva e che molti mettono in parallelo a quella di Radio Radicale, l’emittente che da anni, in virtù di una convenzione, trasmette le sedute del parlamento, processi e assemblee di partito e che il 21 giugno rischia di chiudere. Radio Padania era già stata al centro di molto polemiche di recente. Perché si era scoperto che il governo stava per versare ben 115 mila euro nelle casse della radio (già diretta da Salvini), prelevate dal fondo di sostegno del pluralismo dell’informazione. Una scoperta che aveva inquietato Di Maio e aveva portato l’amministratore della radio Davide Franzini a una sorprendente rinuncia ai fondi. Ora la notizia dell’intimazione. Fonti del Mise spiegano che ancora non è stata attivata alcuna procedura di revoca e che la lettera è un’iniziativa autonoma della direzione generale (il dirigente Giovanni Gagliano), “senza che il gabinetto di Di Maio ne fosse informato”.
Radio Padania non è una radio di partito, tecnicamente. Pur essendo nata in via Bellerio, dove ancora si trova, è di proprietà di una cooperativa. Tra i dipendenti c’è anche Salvini, in aspettativa. Trasmette 14 ore al giorno programmi di vario genere, con approfondimenti politici. Si comincia con la rassegna stampa del direttore Giulio Cainarca e si prosegue con vari programmi, tra i quali Balagan, condotto dal coordinatore del tribunale rabbinico Vittorio Robiati, e Punkrazzia, dove l’avvocato milanese Luca D’Auria si diletta a parlare di politica e rete, con un’ottica diversa, improntata alle neuro scienze. C’è anche l’ascoltatissimo Sammy Varin. Molta politica, naturalmente, molto padanismo miscelato con sovranismo, anche se da tempo Salvini non interviene, preferendo evidentemente le dirette dei suoi profili social.
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