Cara Rai, l'amore criminale non esiste
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Cara Rai, l'amore criminale non esiste

Lettera agli sceneggiatori del programma di Raitre: "Un grand guignol di sangue da cui non si evince proprio nessun messaggio". [Mariateresa Gabriele]

Cara Rai, l'amore criminale non esiste
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15 Dicembre 2012 - 15.13


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Egregi sceneggiatori dii “Amore criminale”,

con questa mia intendo esporvi il mio rincrescimento per la formula della vostra trasmissione, passata inopinatamente in prima serata. In special modo riguardo alla puntata di un delitto di Monopoli vorrei esprimervi il mio punto di vista…

Ora, sia detto per inciso, il delitto purtroppo fa parte della vita umana e non sarete certo voi a fermarlo con una trasmissione del genere che invece sul delitto indulge con una morbosità sconcertante. Un conto, infatti, è rielaborare un fatto di cronaca come ha fatto Raiuno con la produzione di Claudia Mori e l’intervento di registi come Liliana Cavani, un altro conto è insistere, come avete fatto voi, nel caso in particolare di Monopoli, nella storia di Ada, con fastidioso accanimento nelle immagini di lap dance, prostituzione, come a voler indicare da un lato le donne cattive e dall’altro le buone, un vortice nel quale l’assassino sembra quasi costretto, sempre dalle donne, ad agire come poi ha fatto.

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Si rende un servizio alla causa femminista così? Interrogatevi sinceramente! Io penso di no: primi piani delle donne di strada, ripetute scene di sesso, insistiti primi piani sul volto insanguinato dell’assassino. L’unica cosa che può risultare toccante sono le testimonianze di parenti e amici, anche se pure in quel caso, non è che importassero molto i casi personali della sorella dell’assassino ma almeno è stata una testimonianza sincera, non una solita fiction fatta male.

Ma non si gira un film così, non si muove a pietà mostrando tutto quel sangue e questo lo fate spesso: si capisce come viene uccisa una donna, è certamente riprovevole e brutto, ma voi lo fate vedere non una ma più e più volte!, rendendovi quasi complici di tanta crudeltà, con un’impaginazione simile ai peggiori giornalacci di cronaca vera che sono pure spariti dalle edicole…e poi compare Lei, la conduttrice di turno, bella, angelicata. Con l’aria di dire “sono qui ma vorrei essere altrove, queste cose non succedono a gente come noi”, invece no, succedono ma trasmissioni come la vostra quando si tratta di indagare fattacci della buona borghesia, di fronte ai rifiuti si ferma discretamente, quella discrezione che con i poveracci non usate mai…

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Un caso per tutti: Swepps che scompare con le figliolette. Nessun giornalista che abbia osato avvicinare un componente della ricca famiglia Swepps per chiedere come mai l’ingegnere si sia potuto comportare in quel modo. E’ vero, c’è stato il caso di Pesaro, con la poveretta buttata nel cassonetto, lì si trattava di alta borghesia ma è stata un’eccezione e non si è indugiato sul marito tanto come a Monopoli. In ogni caso, io capisco l’intento, ma l’eccesso di zelo che voi mettete nel mostrare la violenza contro le donne finisce per ottenere l’effetto contrario: mostra un grand guignol di sangue da cui non si evince proprio nessun messaggio, anzi si mette in evidenza un certo compiacimento nel mostrare il delitto e questo, francamente, è insopportabilmente odioso!

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