Una scoperta sensazionale quella effettuata dagli scienziati della Durham University: come si evince dall’articolo pubblicato su “The Astrophysical Journal Letters”, è stato rilevato il più grande getto radio mai visto nell’Universo primordiale, che si estende per ben 200 mila anni luce, quasi più del doppio della larghezza della Via Lattea.
Merito che va attribuito al team guidato da Anniek Gloudemans, che ha utilizzato i dati raccolti da “Low Frequency Array (Lofar)”, il telescopio internazionale che diviene anche rete dei telescopi di tutta Europa.
Come raccontano gli esperti, è risaputo che molte delle galassie ospitano al proprio centro un buco nero, che risucchia polveri e gas. Da quest’azione viene rilasciata un’immensa quantità di energia, che a causa dell’attrito, forma i ‘quasar’, nuclei galattici luminosi che espellono getti di materia energetica.
Lo stesso Gloudemans ha affermato: “Il quasar che alimenta questo enorme getto radio non ha una massa di buco nero estrema rispetto ad altri quasar. Ciò potrebbe indicare che la potenza del getto non è direttamente proporzionale alla massa dei buchi neri nell’Universo primordiale. Questo oggetto ci mostra cosa possiamo scoprire combinando la potenza di più telescopi che operano a diverse lunghezze d’onda”.
Uno degli altri autori dell’articolo, Frits Sweijen ha invece aggiunto: “Non sappiamo ancora quali siano le circostanze necessarie a creare getti radio così potenti, né quando si siano formati i primi getti radio nell’Universo. Questo lavoro ci porta un po’ più vicini a ottenere risposte”.
Per effettuare l’esperimento e misurare questi parametri, il gruppo di ricerca ha minuziosamente selezionato una specifica lunghezza d’onda della luce emessa dai quasar, la linea di emissione larga MgII. Date le dimensioni dell’Universo, questa luce viene distorta in lunghezze d’onda maggiori, con il segnale che arriva sulla Terra nell’intervallo di lunghezza d’onda del vicino infrarosso, dove è rilevabile con Gnirs.