Si apre oggi a Oliena, nel Nuorese, la “G7 Conference on Large Research Infrastructures”, un evento cruciale per la candidatura del sito di Sos Enattos, in Sardegna, a sede dell’Einstein Telescope. La conferenza, ospitata all’hotel “Su Cologone” e inaugurata dalla Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, raccoglie i rappresentanti ministeriali del G7 e le figure di spicco nel panorama scientifico internazionale. L’incontro, promosso dal Ministero dell’Università e della Ricerca sotto la presidenza italiana del G7 e in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), mira a rafforzare il valore delle infrastrutture di ricerca e a consolidare la candidatura del sito sardo per ospitare il sopracitato progetto. I fondi messi a disposizione ammontano a ben 2 miliardi di euro. Tra gli obiettivi di ricerca lo studio della materia oscura, l’origine dei buchi neri al centro delle galassie e la verifica della teoria della relatività generale di Albert Einstein.
“A partire dall’economia dei territori che le ospitano, le infrastrutture di ricerca sono in grado di produrre effetti positivi nei più diversificati ambiti della nostra vita e del nostro sistema sociale”, ha affermato Antonio Zoccoli, presidente dell’Infn. “L’Italia ha grande esperienza nella collaborazione, realizzazione e gestione di grandi infrastrutture, dal Cern ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso. Oggi, la nostra grande impresa è l’infrastruttura del futuro rivelatore di onde gravitazionali che ci permetterà di sondare le profondità del nostro universo, Einstein Telescope. Accogliere in Sardegna, il luogo candidato dall’Italia a ospitare questo importante progetto, la conferenza sulle grandi infrastrutture di ricerca promossa dal Mur nell’ambito del G7, è un’opportunità unica di confronto internazionale, e di valorizzazione della nostra proposta e delle nostre competenze”.
Durante la conferenza si esploreranno i benefici socioeconomici delle grandi infrastrutture di ricerca e della creazione di alta conoscenza utile alla formazione dei giovani scienziati, oltre al trasferimento tecnologico e allo sviluppo regionale. Tali nodi di ricerca rappresentano, infatti, strumenti di cooperazione e diplomazia scientifica, essendo patrimoni globali condivisi. I lavori della conferenza approfondiranno anche il ruolo delle grandi infrastrutture per affrontare sfide globali come cambiamenti climatici, pandemie, conservazione culturale e tutela ambientale.
Le tavole rotonde parallele discuteranno invece temi più specifici, legati alla gestione delle infrastrutture di ricerca, alle fasi iniziali alla loro operatività e ai loro aggiornamenti. Ci sarà spazio per analizzare il coordinamento tra i Paesi G7 e promuovere soluzioni digitali avanzate, come l’intelligenza artificiale. Si parlerà anche del futuro della rete globale di infrastrutture per l’astronomia multimessaggera, settore chiave per l’Einstein Telescope soprattutto dopo la scoperta delle onde gravitazionali.
“Oggi qui c’è una delegazione internazionale di altissimo livello”, sono le parole della presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde. “È il momento per mostrare che tipo di caratteristiche ha il nostro sito e che tipo di possibilità ci sono nel nostro territorio. È un modo eccezionale per poter dire al mondo che la Sardegna è pronta ad accogliere l’Einstein Telescope ed è pronta a farlo non solo per le caratteristiche uniche del sito e della comunità scientifica che in questo momento sta supportando questa iniziativa, ma soprattutto per il ruolo e l’impegno della Regione che è stata conseguente”.
“Noi abbiamo stanziato 350 milioni che erano necessari per la candidatura e abbiamo fatto un’unità di progetto”, ha continuato Todde. “Abbiamo fatto in modo di essere conseguenti e questo anche per la politica nazionale è una novità. Io voglio ringraziare la ministra Bernini che si è dimostrata lungimirante. Ed è bello quando le istituzioni riescono con un obiettivo unico a lavorare insieme”.
Bernini ha invece sottolineato il sostegno statale alla candidatura dell’isola: ” Le grandi infrastrutture innescano l’innovazione, favoriscono la crescita e offrono ambienti unici per i ricercatori di tutto il mondo. Dal 2010 abbiamo stanziato oltre 1 miliardo di euro per le infrastrutture di ricerca, insieme a più di un miliardo di euro dal Piano nazionale di ripresa e resilienza L’Italia è profondamente impegnata nell’ospitare il futuro più avanzato rilevatore di onde gravitazionali, l’Einstein Telescope”.
Durante la conferenza sarà inoltre presentato il rapporto “G7 Large Research Infrastructures: synergies and impact on science and society”, commissionato dalla presidenza italiana a The European House-Ambrosetti col fine di fornire un quadro dettagliato delle sinergie e degli impatti che le infrastrutture di ricerca hanno sulla società.
Il sito sardo di Sos Enattos, situato in un’area con basso rischio sismico, scarsa illuminazione e ridotta antropizzazione, è considerato perfetto per l’installazione dell’Einstein Telescope, che verrà costruito tra i 100 e i 300 metri di profondità per isolarlo da vibrazioni e rumori esterni. Una volta operativo il telescopio permetterà di osservare un volume di universo mille volte maggiore rispetto agli attuali rilevatori, come i progetti LIGO negli Stati Uniti e Virgo in Italia, che nel 2015 hanno osservato le onde gravitazionali per la prima volta, confermando le teorie di Einstein partorite un secolo fa.
Oggi conosciamo solo il 5% dell’universo, mentre il restante 95% è costituito da materia ed energia oscura, elementi ancora sconosciuti che l’Einstein Telescope spera di svelare. Le scoperte attese dal progetto potrebbero avere un impatto diretto sulla nostra vita, migliorando la meccanica di precisione, sviluppando tecnologie avanzate di intelligenza artificiale e migliorando i sensori sismici, oltre a promuovere applicazioni nei campi del vuoto, della criogenia e della medicina.