In Italia sono aumentati in quantità preoccupanti i casi di morbillo, tanto che tra i medici si parla di proporre la vaccinazione a chi ne è ancora sprovvisto. Non prima di aver effettuato un test sierologico per verificare se nell’organismo siano già presenti gli anticorpi necessari a debellare la malattia. Della questione ha parlato con l’AdnKronos Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).
«I medici di famiglia monitorano con attenzione il fenomeno, considerando l’elevato livello di contagiosità di questa malattia. I colleghi sono allertati e informati. Per quanto riguarda i pazienti, però, non c’è una grande preoccupazione a riguardo. Non riceviamo molte richieste di informazioni a proposito, tanto meno richieste di test sierologici, che comunque possono essere prescritti a persone non vaccinate che non sanno se hanno avuto la malattia e, quindi, un’immunizzazione naturale».
«Ai medici di famiglia della Fimmg abbiamo inviato indicazioni per mettere in atto un’attenzione ancora più decisa, a partire dal controllo delle coperture vaccinali degli assistiti, anche se si tratta di un’attività di routine per il medico di medicina generale. Abbiamo ricordato inoltre l’importanza dell’informazione alle persone fragili e delle misure necessarie per la prevenzione in casi di possibili contatti. I colleghi sono `attenzionati´ sulla diffusione delle malattie infettive».
Su questo tema, infatti, «più che allertare la popolazione è importante la vigilanza dei sistemi di cure primarie – medicina generale e pediatria di libera scelta – sia per verificare le coperture vaccinali sia per favorire l’immunizzazione, anche attraverso la sierologia», conclude Scotti.
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