L'appello di Pregliasco agli insegnanti: "Fate il test sierologico, siate responsabili"

Il virologo dell'Università degli studi di Milano: "Questo test può servire ai singoli per conoscere meglio la propria condizione clinica, e ai ricercatori per capire l'andamento del virus in certi contesti e territori". 

Fabrizio Pregliasco
Fabrizio Pregliasco
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8 Settembre 2020 - 16.37


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Il virologo dell’Università degli studi di Milano Fabrizio Pregliasco ha dichiarato che è “un vero peccato la riluttanza degli insegnanti a fare il test sierologico, che sembra emergere dalle segnalazioni dei medici di famiglia. Questo test può infatti servire ai singoli per conoscere meglio la propria condizione clinica, e ai ricercatori per capire l’andamento del virus in certi contesti e territori”. 
Pregliasco sottolinea che “i test sierologici forniscono una ‘fotografia’ di quanto accaduto 14 giorni prima dell’esame. Una fotografia interessante e, anche se ci sta che il test sia facoltativo, un’adesione massiccia sarebbe utile”.
Ma cosa tiene lontani gli insegnanti dal test? “Penso sia la paura di ritrovarsi a dover stare a casa se ci si scopre positivi da asintomatici. Ma i presidi si trovano anche ad affrontare il problema dei lavoratori fragili, per i quali non solo nella scuola occorrono indicazioni precise, in modo da evitare eccessi da un lato e dall’altro”, dice Pregliasco.
“Anche tra i miei operatori sanitari – continua il direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano – l’età media è alta, e con l’età si moltiplica il rischio che si abbiano problematiche di salute e fragilità”.
“In ogni caso, quelle sulle scuole sono norme complesse: non si riuscirà a partire al meglio all’inizio – scommette il virologo – ma si dovrà fare di tutto consapevoli che servirà un adattamento. Occorre agire con buonsenso e responsabilità, e soprattutto presidi, insegnanti e famiglie devono andare nella stessa direzione”.
Quanto alla misurazione della febbre e al dibattito se farlo a casa o a scuola, “penso che si tratti di uno sforzo importante, ma dobbiamo anche essere consapevoli del fatto che se il bimbo si imbottisce di paracetamolo, la temperatura scende. Inoltre, se si ha la febbre la sera, è possibile che la mattina scompaia, per poi tornare durante il giorno. Ecco perché invito i genitori, e i ragazzi più grandi, al buonsenso. Tenendo conto del fatto che, se c’è una combinazione di sintomi, con anosmia e agnosmia, cioè non si sentono odori e sapori, è bene sospettare un’infezione da Sars-CoV-2”, conclude Pregliasco.

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