Dal pranzo all’abbigliamento: il paese dove tutto è lasciato "in sospeso"

A Rescaldina negozi solidali in cui i clienti possono offrire l'equivalente di una spesa a famiglie in difficoltà. Obiettivo: allargare la lista

Pranzo sospeso
Pranzo sospeso
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globalist Modifica articolo

31 Gennaio 2017 - 12.00


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A Rescaldina, comune di poco più di 14mila residenti alle porte di Milano, è possibile lasciare un caffé in sospeso, oppure un pranzo o l’acquisto di un capo di abbigliamento o una spesa dal macellaio. Sono infatti cinque gli esercizi commerciali che hanno aderito alla proposta dell’assessore ai servizi sociali, Enrico Rudoni, di creare una rete in cui la “comunità viene chiamata a prendersi carico in modo solidaristico” dei concittadini in difficoltà. Per ora sono due macellerie, due ristoranti e un negozio di abbigliamento ad aver aderito. In ciascun locale c’è una cassetta in cui vengono raccolte le offerte dei clienti che vogliono lasciare “in sospeso” un acquisto. Le somme vengono poi date ai Servizi sociali, che li erogano alle famiglie bisognose attraverso buoni spesa. L’obiettivo è di allargare la rete, con altri punti commerciali.

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Una delle realtà che hanno aderito è l’osteria sociale “La Tela”, gestita dalla cooperativa sociale Arcadia in un bene confiscata alla mafia. “È un’iniziativa alla quale abbiamo aderito in modo naturale e che rispecchia non solamente il nostro essere osteria sociale, ma anche il nostro fare impresa sociale”, spiega Giovanni Arzuffi portavoce della cooperativa. In poco più di un mese sono stati raccolti 200 euro in pranzi in sospeso.

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