L'intelligence britannica lancia l'allarme: a Mariupol c'è il rischio di una grave epidemia di colera
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L'intelligence britannica lancia l'allarme: a Mariupol c'è il rischio di una grave epidemia di colera

"I servizi medici a Mariupol sono probabilmente già vicini al collasso: una grave epidemia di colera aggraverà ulteriormente la situazione".

L'intelligence britannica lancia l'allarme: a Mariupol c'è il rischio di una grave epidemia di colera
Mariupol
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10 Giugno 2022 - 10.29


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“C’è probabilmente una grave carenza di medicinali a Kherson, mentre Mariupol è a rischio di una grave epidemia di colera. Da maggio sono stati segnalati casi isolati. L’Ucraina ha subito una grave epidemia di colera nel 1995 e da allora ha sperimentato piccoli focolai, soprattutto intorno alla costa del Mar d’Azov, che include Mariupol”. È l’allarme lanciato dall’intelligence britannica, secondo la quale “i servizi medici a Mariupol sono probabilmente già vicini al collasso: una grave epidemia di colera aggraverà ulteriormente la situazione”.

“La Russia sta lottando per fornire servizi pubblici di base alla popolazione nei territori occupati. L’accesso all’acqua potabile è stato inconsistente, mentre continuano le gravi interruzioni dei servizi telefonici e Internet”, si legge ancora.

La famiglia di Aiden Aslin, il combattente britannico per le forze ucraine catturato e condannato a morte insieme al collega Shaun Pinner da un tribunale filo-russo della repubblica di Donetsk, ha lanciato un appello alle autorità di Londra e Kiev perche’ “facciano tutto quello è in loro potere affinché ritornino a casa sani e salvi, presto”.

“Lui e Shaun in quanto membri delle forze armate ucraine dovrebbero essere trattati con rispetto come qualsiasi altro prigioniero di guerra. Non sono, e non sono mai stati, mercenari”, hanno sottolineato i parenti del giovane, esprimendo la speranza che “la sentenza venga annullata”.

Il ministro degli Esteri britannico, Liz Truss, ha già condannato la “sentenza farsa senza alcuna legittimita’” e solleverà il tema con il collega ucraino Dmytro Kuleba quando lo sentità in giornata. 

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