Putin e il contrappasso: voleva denazificare l'Ucraina e ha trasformato in 'eroi' i militari del battaglione Azov
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Putin e il contrappasso: voleva denazificare l'Ucraina e ha trasformato in 'eroi' i militari del battaglione Azov

n meno di tre mesi Putin è riuscito nell'impresa di fare dei nazisti brutti e cattivi del Battaglione Azov il simbolo del coraggio di un popolo, della resistenza, della lotta per la libertà e la democrazia

Putin e il contrappasso: voleva denazificare l'Ucraina e ha trasformato in 'eroi' i militari del battaglione Azov
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Claudio Visani Modifica articolo

17 Maggio 2022 - 18.49


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Con la sua “operazione militare speciale” Putin voleva “denazificare e smilitarizzare” l’Ucraina, far fuori Zelensky, prevenire l’ulteriore allargamento a Est della Nato. Il simbolo del nazismo era il Battaglione Azov, gruppo paramilitare fondato nel 2014,  durante la prima fase della guerra del Donbass, dal suprematista Andriy Biletsky, militare e politico, noto con l’appellativo di “Führer bianco”, sostenitore della purezza razziale della nazione ucraina.

Un battaglione che ha come simbolo la “runa Wolfsangel” delle SS poi soppiantata dalla svastica dalla Germania Hitleriana.   Accusato a più riprese dall’Ocse, dall’Alto commissariato Onu per i diritti umani e da Human Rights Watch di crimini di guerra, tortura, atrocità contro la popolazione civile. Oggi comandato da Denis Prokopenko, ex capo degli ultras della Dinamo Kiev. Finanziato fin dall’inizio dall’oligarca Ihor Kolomoyskyi, uno degli uomini più ricchi d’Ucraina, presidente della “Private Bank”, proprietario del Dnipro Footbal Club e dell’emittente televisiva “1+1”, la stessa della serie “Servant of the People” in cui Zelensky faceva l’attore comico che diventava presidente. Insomma, gran brutta gente. Uomini in nero, teste rasate, tatuaggi nazi, saluti col pugno al petto. Tutto molto macho, molto militarista, molto nazionalista. 

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In meno di tre mesi Putin è riuscito nell’impresa di fare dei nazisti brutti e cattivi del Battaglione Azov il simbolo del coraggio di un popolo, della resistenza, della lotta per la libertà e la democrazia. Il comandante Prokopenko è stato insignito della più alta carica onorifica del Paese. Per lui e i suoi “eroi” hanno perfino riadattato Bellaciao.

Allo stesso tempo, in questi tre mesi Putin è riuscito a trasformare Zelensky da un Beppe Grillo qualsiasi a Winston Churcill, e ha spinto i sempre neutrali Finlandia, Svezia e forse perfino la Svizzera a chiedere di entrare domani mattina nella Nato. Questo mentre si scopriva che per fare la guerra ai nazisti d’Ucraina usava a sua volta una Compagnia militare privata, il Gruppo Wagner, fondato da un fanatico del “cantore” del nazismo e di Hitler, composto da suprematisti bianchi, tutti mercenari, al soldo del Cremlino (ex militari, ex poliziotti ed ex agenti di sicurezza russi), spesso accusati da organizzazioni internazionali di crimini di guerra e torture. 

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Insomma, politicamente, militarmente e strategicamente parlando, Napoleone e Waterloo a Putin ci fanno un baffo. 

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