C’è una nuova, surreale storia che riguarda il super faccendiere leghista Gianluca Savoini, già indagato per il Russiagate e ora al centro di un’altra vicenda dai confini misteriosi: il Fatto Quotidiano riporta infatti che Savoini nel 2015 si trovava all’Hotel Meridien di Parigi e riceve una misteriosa busta con all’interno 150mila dollari. Per contare i soldi, Savoini si reca in bagno, ma l’arrivo di un altro cliente fa cadere i soldi nella toilette. Nessun problema: Savoini li raccoglie e pulisce le banconote, a una a una.
Un plico viene poi consegnato, mezz’ora dopo, a un altro italiano, presso un bistrot di Boulevard Pereire. Ma chi ha dato la busta a Savoini? A quanto sembra è Mohamed Khabbachi, ex direttore generale dell’agenzia di stampa nazionale Map, emissario del re Mohammed VI per le attività di lobby in Europa e quindi anche in Italia.
Savoini è stato contattato dai giornalisti del Fatto, che riportano che abbia riattaccato al primo accenno della vicenda. Anche Khabbaci smentisce tutto: “Sono un giornalista, seguo cosa succede nel mondo, ma non dò soldi” è tutto quello che si ottiene da lui.
Sempre secondo quanto riporta Il Fatto, Savoini si trovava a Parigi per una missione dell Lega per definire una lista di aziende italiane da segnalare in Marocco. Sembra che ci sia anche Salvini con lui. Ne parla Claudio Giordanengo, organizzatore del tour nonché dentista di Paesana (Cuneo) che si presentava come “responsabile esteri della Lega” e a marzo si è candidato a Saluzzo.
Nella delegazione compaiono anche: Massimo Gerbi, figlio dell’ex patron del Torino calcio Mario Gerbi, e Kamal Raihane, ex agente di leve calcistiche del Maghreb che in quel periodo faceva sfoggio di foto con Salvini e rivendicava: “Gli ho organizzato l’incontro con alcuni esponenti del mondo politico marocchino. S’è parlato di politica e non solo. Un incontro costruttivo”. Da fine 2017 Raihane è titolare di Eurafricasrl, una societàdi Torino da 10mila euro di capitale sociale, che si occupa di procacciamento di affari.
Giordanengo racconta: “L’iniziativa era nata con un intento provocatorio: la Lega che va a parlare di immigrati in Marocco”. C’erano altri interessi? “C’era un interesse parallelo, credo legittimo, di unire alla missione politica anche la presentazione di aziende interessate a operare in Marocco. Se poi ci sono stati altri personaggi che hanno stabilito rapporti economici non lo so”.
Una mazzetta dal Marocco: nuovo giallo che coinvolge "l'uomo di Mosca" Savoini
Emerge una nuova storia, dai contorni surreali, che vede protagonista di nuovo l'uomo della Lega a Mosca Gianluca Savoini
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31 Luglio 2019 - 08.28
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