Breivik, Traini e la battaglia di Lepanto: la lotta dei razzisti contro 'l'invasione musulmana'
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Breivik, Traini e la battaglia di Lepanto: la lotta dei razzisti contro 'l'invasione musulmana'

La strage di Christchurch in Nuova Zelanda rientra nel filone dell'estrema destra che vede l'invasione musulmana come primo pericolo. Per questo è citato anche il doge di Venezia

Gli ispiratori dei terroristi
Gli ispiratori dei terroristi
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Gianni Cipriani Modifica articolo

15 Marzo 2019 - 08.32


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Non è difficile capire cosa sia accaduto, perché la strage di Christchurch in Nuova Zelanda è la diretta conseguenza del pensiero di un filone dell’estrema destra concentrata molto più sul pericolo musulmano che sull’antisemitismo.
Un filone che ha visto Anders Breivik come il suo antesignano con le stragi di Oslo e Utoya del 22 luglio 2011 in Norvegia, quando il terrorista uccise 77 persone per combattere chi aveva aperto le porte dell’Europa all’invasione degli immigrati e dei musulmani.
Ovviamente, come è evidente, l’estrema destra neofascista e neo-nazista non ha mutato di una virgola l’odio verso gli ebrei.
Tuttavia c’è un filone che vede il mix islam e immigrazione come la vera ‘bomba’ che porterà alla scomparse e marginalizzazione dell’ ‘uomo bianco’ e dei suoi valori tradizionali.
Gli ebrei – provo a spiegare la logica delirante dei suprematisti bianco e neo-nazisti – ambiscono a controllare il mondo e le sue finanze e per questo vanno combattuti. I musulmani, però, possono invadere l’Europa e conquistarla pezzo a pezzo dal suo interno con l’immigrazione, con l’espansione demografica.
Non è un caso che accanto a quello di Luca Traini, ossia l’attentatore di Macerata, nel lucido delirio dei terroristi ci sia anche il nome di Sebastiano Venier, il Doge della Repubblica di Venezia che fu tra i protagonisti della battaglia di Lepanto del 1571 che è stata considerata da molti un simbolo della capacità della Lega Santa – ossia i cristiani europei – di fermare l’avanzata e il pericolo Ottomano.
Lepanto dunque nell’immaginario degli attentatori.
Il problema resta: si tratta di un gesto isolato? Forse sì, almeno stando alle primissime notizie anche si si parla di contatti con il fratello di Breivic.
Ma sicuramente sul web e non solo il veleno neo-nazista si propaga con grandissima velocità.

C’è ormai una narrazione sull’invasione e sul pericolo musulmano che parte dalle forze politiche di destra, tradizionaliste, sovraniste e quant’altro e che arriva fino ai gruppi che pensano che sia l’ora di prendere le armi. Che c’è bisogno di una nuova Lepanto.
Terroristi ma non isolati. Che hanno nel loro immaginario il Doge di Venezia, lo sparatore di Macerata, altri terroristi ma si abbeverano della retorica di miliardari e politici in giacca e cravatta o felpa che con le loro parole al veleno gettano benzina sul fuoco sulla paura. Fino a quando i suprematisti e i neo-nazisti decidono di farsi giustizieri. Oggi in Nuova Zelanda. E poi?

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