di Gianni Cipriani
Militanti jihadisti inquadrati e addestrati? Sì. Simpatizzanti dell’Isis che pensano sia giunto il momento di passare all’azione? Sì. Frustrati, disadattati che si radicalizzano in pochi giorni e cercano, come ultimo atto della loro esistenza, di dare un senso a una vita che non ha senso? Sì. Disturbati mentali affascinati dall’idea di emulare qualuno? Sì.
In quello che sta accadendo in questi giorni c’è di tutto e le dinamiche sono molto complesse e non di lettura univoca. Del resto lo Stato Islamico agisce come struttura organizzata (ed è organizzata) e nello stesso tempo essendo una organizzazione in “franchising” prende per buone le rivendicazioni che i “lupi solitari” mai visti e conosciuti fanno in nome dell’Isis e mette il cappello jihadista su qualsiasi azione armata.
Ma, soprattutto, quello che sta accadendo è la vittoria della propaganda del Califfato che ha messo in moto un vortice stragista nel quale agiscono separatamente o altre volte interagiscono molte componenti diverse.
Ad ogni modo, basta vedere gli ultimi tre video dell’Isis (in francese) per capire che le sedicenti minacce erano e sono realtà.
In altri termini l’Isis va drammaticamente preso sul serio. Sia quando agisce come Califfato, sia quando dai suoi proclami, dalle sue suggestioni e dalla sua propaganda esce fuori il “mostro” che si nasconde nella nostra società.
Senza dimenticare, però, che una organizzazione che da due anni si è fatta Stato (per quanto sedicente) e controlla e amministra vaste aree della Siria e dell’Iraq (e in piccola parte e in maniera diversa della Libia) non può essere spiegata solo con la propaganda.
E senza dimenticare nemeno che se si continua a vedere e analizzare l’Isis con gli occhi occidentali finiamo per dimenticarci che da mesi e mesi sotto le bombe della coalizione continuano a morire tante donne, bambini, civili il cui numero – ragionando per difetto – equivale a circa 100 stragi di Nizza. Senza che l’opinione pubblica occidentale ne percepisca l’enorme crudeltà.
Morti e stragi che diventano il principale volano della propaganda del Califfato, che non a caso parte sempre mostrando i mostri e le devastazioni dei bombardamenti. Che per ogni jihadista che uccidono, colpiscono almeno dieci civili innocenti. E aumentano la voglia di vendetta e il consenso di quelle fasce di popolazione (anche in occidente) che vedono nello Stato Islamico l’unica risposta credibile alle prepotenze dell’occidente “crociato e sionista”.
I video contengono immagini che possono urtare la sensibilità