Come il pilota giordano e, per molti versi, con ancora più crudeltà, nei confronti dello stesso pilota. Lo Stato islamico ha infatti pubblicato un video in cui si vedono quattro prigionieri sciiti accusati di essere delle spie e uccisi nella provincia irachena dell’Anbar.
I quattro, come mostra il video, sono stati incatenati dopo essere stati appesi a faccia in giù, su una piccola impalcatura. Imbevute le loro tuniche di liquido infiammabile e imbevuto anche il terreno sottostante dello stesso liquido, il filmato mostra l’accensione del rogo e la terribile morte dei quattro.
Stando agli esperti di intelligence consultati da Globalist, questa volta il video del terrore ha uno scopo ben preciso: dopo l’inizio dei raid congiunti di Usa e Turchia, gli strateghi della propaganda dello Stato islamico hanno intenzione di puntellare intorno al loro operato il consenso delle tribù sunnite che sembra, alcune volte, oscillare. E l’odio anti-sciita è un ottimo collante.
Infatti all’inizio del video si vedono i quattro prigionieri costretti a guadare un filmato di alcuni anni fa in cui si vedevano miliziani sciiti bruciare vivi dei sunniti. Non a caso il titolo del video fa riferimento a un versetto del Corano che dice: punisci con lo stesso metro con il quale sei stato vilipeso. Ossia arsi vivi per vendetta di altri arsi vivi. C’è da aggiungere, anche se se n’è poco parlato, che non raramente con la caduta di Saddam Hussein, milizie sciite hanno commesso atrocità nei confronti dei sunniti non inferiori a quelle che oggi vengono propagandate dallo Stato islamico. Anche per questo, nonostante il loro fanatismo le popolazioni del nord Iraq – o almeno una buona parte- hanno visto con favore a suo tempo l’arrivo dell’Isis. E ora c’è bisogno di rinforzare questo sentimento anti-sciita.
IL VIDEO E’ SCONSIGLIATO ALLE PERSONE PARTICOLARMENTE SENSIBILI