Nicola Calipari, una storia da raccontare
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Nicola Calipari, una storia da raccontare

A 10 anni dalla morte il ricordo del sacrificio di un uomo fedele alla propria coscienza, la sfida quotidiana di tenere alto l’onore dello Stato.

Nicola Calipari, una storia da raccontare
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4 Marzo 2015 - 11.46


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In occasione del decennale della morte di Nicola Calipari sul sito sicurezzanazionale.gov.it (che è l’interfaccia pubblica del comparto intelligence) è comparso un lungo articolo in ricordo del dirigente del Sismi scomparso.

Lo riportiamo integralmente

Il sacrificio di un uomo fedele alla propria coscienza, la sfida quotidiana di tenere alto l’onore dello Stato. E i valori di umanità tenuti controvento, anche sotto un tracciato rosso di proiettili che spezzano una vita, proprio nel giorno del compleanno del figlio Filippo e della madre Rachele. È la sera del 4 marzo 2005, a Baghdad: su una Toyota Corolla di color grigio, con targa irachena, viaggiano Nicola Calipari, un altro agente dell’Intelligence e Giuliana Sgrena, giornalista del ‘manifesto’, rapita un mese prima in Iraq. L’auto si dirige verso l’aeroporto. La delicata partita con i sequestratori è andata a dama: la giornalista è stata liberata, ora si tratta solo di portarla al sicuro e predisporre il volo di rientro in Italia per restituire la donna all’abbraccio dei suoi cari e della Nazione. All’improvviso, la tragedia. Una pattuglia della guardia nazionale statunitense è in servizio di vigilanza sulla ‘Route Irish’, la strada che collega il centro di Baghdad con l’aeroporto. Il Block Point 541 è stato approntato in previsione del passaggio di un convoglio con a bordo l’ambasciatore americano. Arriva la macchina con a bordo Calipari e finisce sotto il fuoco dei soldati americani: lo 007 italiano, direttore del Reparto Ricerche del Sismi, muore. Giuliana Sgrena rimane ferita. Il militare statunitense Mario Lozano, sarà poi accusato di aver esploso i colpi mortali.

Sono passati dieci anni dal giorno in cui Nicola Calipari, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, sacrificava la propria vita. Raccontare la sua storia per noi non è solo il ricordo di un anniversario che apre o chiude cicatrici, ma un momento di Cultura Intelligence. Significa per le donne e gli uomini del Comparto andare alle radici e rinnovare scelte profonde di vita. Vuol dire operatività ma anche pensieri lunghi. Fermarsi per un momento a sottolineare, nel vento di Forte Braschi, che anche l’Intelligence ha i suoi eroi. Non sono gli 007 dei film ma i ‘Bond veri’, quelli della porta accanto, gli uomini e le donne con cui non puoi farti i selfie ma sai che ci sono e lavorano per la sicurezza di tutti. Per ognuno di noi c’è un ultimo miglio, una strada da imboccare che ci porta a prendere delle scelte. A confermarle o negarle. Sull’ultima curva di una strada irachena, un uomo Intelligence ha compiuto fino in fondo il suo dovere.

“I nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre stesse opinioni sono rivolte oggi al ricordo e all’onore della memoria. Commemoriamo un operatore dell’Intelligence, un servitore dello Stato, soprattutto un uomo a tutto tondo, che non ha esitato a mettere a disposizione dei suoi valori e ideali la sua stessa vita. Possa essere d’esempio a tutti noi”, spiega l’ambasciatore Giampiero Massolo, Direttore del DIS.

Quello di Calipari è stato il primo ‘volto’ di un agente segreto svelato nei telegiornali della sera. Il primo nome ufficialmente accostato all’immaginario connesso ai Servizi segreti. Seppure per motivi dolorosi, l’Intelligence in quei giorni di marzo del 2005 usciva dagli stereotipi fatti di occhiali scuri e barbe finte per mostrare la storia e l’esempio di un servitore dello Stato. E con quel sorriso sobrio e pensoso, Nicola Calipari si mostrava alla gente comune, agli operai, alle casalinghe, ai pensionati, agli studenti, persino ai tanti che erano lontani dal mondo che Calipari rappresentava.

In questi dieci anni in cui il Comparto Intelligence ha subito profondi cambiamenti che l’hanno portato a ridefinirsi dal punto di vista organizzativo e a cambiare il proprio modo di relazionarsi con i cittadini. Un tempo che ha visto prendere forma e realizzarsi la ‘riforma dei servizi’, quella legge 124 del 2007 che ha disegnato nuova operatività e indicato obiettivi strategici di cultura della sicurezza.

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