Nucleare, il dibattito si riaccende tra nuove generazioni e ambientalisti a favore
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Nucleare, il dibattito si riaccende tra nuove generazioni e ambientalisti a favore

La discussione sull'energia nucleare è tornata a infiammare l'Italia, con le nuove generazioni che sembrano più aperte a considerare questa opzione rispetto al passato. Un tema complesso che affonda le sue radici nella storia e che oggi si ripropone con n

Nucleare, il dibattito si riaccende tra nuove generazioni e ambientalisti a favore
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10 Marzo 2025 - 16.37 Culture


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Di Azzurra Arlotto

L’Italia ha da sempre avuto un rapporto travagliato con l’energia nucleare. Negli anni ’60 il Paese era all’avanguardia in questo settore, con la costruzione di diverse centrali, ma il disastro di Chernobyl nel 1986 ha segnato una svolta.  Questo ha poi portato al referendum del 1987, che ha sancito la chiusura delle centrali nucleari italiane.

Oggi, con la crescente consapevolezza dei cambiamenti climatici e la necessità di ridurre le emissioni dei gas serra, il nucleare è tornato al centro del dibattito. Nel 2011, a seguito del disastro di Fukushima, l’Italia tornò alle urne con un nuovo referendum che confermò la volontà popolare di non tornare al nucleare. Nonostante ciò, il progresso tecnologico e la crescente urgenza di trovare soluzioni energetiche sostenibili hanno riaperto la discussione.

Le nuove generazioni, meno condizionate dai traumi del passato, paiono affrontare il tema con una mentalità più pragmatica, valutando i pro e i contro in modo più obiettivo rispetto ai loro genitori. Sorprendentemente anche alcuni ambientalisti, di fronte all’evidenza dei dati raccolti, riconoscono il potenziale del nucleare come fonte di energia a basse emissioni di carbonio.

L’attuale dibattito si concentra soprattutto sui due processi attraverso cui è possibile produrre energia: la fissione e la fusione nucleare, quest’ultima ancora in fase di sviluppo. In breve, la fissione è il processo che divide un atomo di uranio per produrre energia. È la tecnologia che alimenta tutte le centrali nucleari esistenti al giorno d’oggi ma comporta la produzione di scorie, sebbene queste siano significativamente inferiori rispetto alle centrali di generazione precedente. Ormai è una tecnologia matura e consolidata, tanto che i reattori che la utilizzano sono giunti alla quarta generazione.

La fusione, invece, è alla base del processo che alimenta il sole, in cui due atomi leggeri si fondono in uno più pesante. Sebbene la fusione sia considerata la fonte di energia del futuro, la sua realizzazione su scala industriale è ancora lontana nonostante i copiosi investimenti. I più grandi vantaggi che comporta sono l’essere molto più sicura rispetto alla fissione, generando meno radiazioni nocive, e l’assenza di scorie a lungo termine.

Il nostro Paese si trova dunque di fronte a un bivio energetico: da un lato l’imperativo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e garantire la sicurezza energetica nazionale, dall’altro la prospettiva per cui l’energia nucleare emerge come una delle opzioni più solide per raggiungere tali obiettivi. La decisione finale richiederà un’attenta valutazione di alcuni fattori interconnessi come la sicurezza, i costi di costruzione e gestione, la gestione delle scorie radioattive e, non da ultimo, l’accettazione da parte di tutta l’opinione pubblica, elemento imprescindibile per qualsiasi scelta energetica di lungo termine.

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