di Donatella Ibba
Il Comune di Guidonia Montecelio dopo la Conferenza di servizi del 6 novembre taglia l’acqua al TMB.
“Dispone” infatti che Ambiente Guidonia Srl non utilizzi più il pozzo NP5, risultato abusivo, e che Città Metropolitana di Roma Capitale revochi l’autorizzazione rilasciata per l’emungimento dell’acqua.
Si va finalmente verso l’agognata bonifica ed il recupero dell’Inviolata, decretata dal Mibact “paesaggio agrario di rilevante valore», dove anche l’area degli impianti oggi appare nella cartografia come «Ambito di recupero e valorizzazione paesistica»
I FATTI
Il pozzo denominato NP5 è risultato ABUSIVO, visto che è stato edificato senza autorizzazioni di sorta e finanche in altre coordinate rispetto al pozzo originario da Ambiente Guidonia Srl, gestore del TMB, dopo aver notificato di aver distrutto quello con stessa denominazione proprio nell’edificazione del TMB stesso.
Nella Conferenza di servizi del 6 novembre u.s., decisoria per la messa in sicurezza e la bonifica dell’Inviolata, si è più volte richiamato l’art. 242 ter del Dlgs 152/06, che vieta perentoriamente l’interferenza di altri impianti ed il prelievo di acque sotterranee nelle aree sottoposte ad operazioni di bonifica, in quanto ne comprometterebbero l’esito positivo, a danno di ambiente e salute dei residenti.
L’Inviolata è inserita, a pieno titolo ormai da tempo immemorabile per superamenti di metalli pesanti e composti organici, tra i “siti contaminati del Lazio” e attualmente risulta presente al n.1136 dell’ultimo database di Arpa Lazio del 2022, il cui procedimento di bonifica risulta attivato sin dal lontano 7.9.2011 con tanto di Piano di caratterizzazione approvato.
GLI EFFETTI
Tutto ciò però non ha motivato alcuna diffida, per cui si dovrà attendere che sia i Commissari prefettizi (che, in carica per Interdittiva antimafia, stanno operando al posto del gestore) sia l’Ente sovracomunale metropolitano diano conferma d’adesione all’invito “very politically correct” comunale, senza proporre ricorso contro la prescrizione del Comune di Guidonia Montecelio.
Per completezza di informazione è bene sapere che le carte contrattuali tra AMA SpA e Ambiente Guidonia srl definiscono che ogni accordo tra le parti sia comunque subordinato all’utilizzo di un pozzo che emungerà l’acqua per il TMB e decadendo quindi l’NP5 non sembra neanche possibile crearne un altro proprio per i risvolti già elencati.
Cosa si inventeranno questa volta il sindaco metropolitano e il “dominus quisquiliarum” Cerroni per poter arrivare alla messa in esercizio dell’impianto di Guidonia Montecelio… ammesso che Regione Lazio validi l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) in vigore?
L’IMPROBABILE Non sarebbe neanche più possibile puntare sul famoso “mantra dell’emergenza”, visto che la delibera n.888 del 28 ottobre 2020 dell’Anac dopo esposto di Codacons sullo stato dei rifiuti di Roma respinge che sia in atto un’emergenza rifiuti e recita “ …se pur con eventi di forza maggiore, – consistenti nella inutilizzabilità di impianti di trattamento che in origine erano disponibili ed operativi – tale criticità sarebbe potuta essere scongiurata attraverso una più attenta programmazione a livello regionale e comunale del servizio stesso, che fosse in grado di ipotizzare soluzioni alternative per assicurare il regolare svolgimento del servizio anche in presenza di accadimenti (come l’indisponibilità di impianti di trattamento) improvvisi ma non del tutto imprevedibili.” ritenendo “…che lo stesso servizio risenta presumibilmente di una carente attività di programmazione da parte della Regione Lazio e del Comune di Roma, relativamente alle infrastrutture deputate al trattamento dei rifiuti” .
La situazione, così ridimensionata dall’ANAC, è rimasta comunque invariata anche dopo ottobre 2021, data dell’insediamento del Sindaco Gualtieri, tranne che per il collaudo, disposto da un’ordinanza del sindaco metropolitano (da mesi ampiamente scaduta) per aprire a tutti i costi un TMB mai entrato in uso a Guidonia Montecelio (laddove i comuni limitrofi fanno tutti virtuosamente la raccolta differenziata) e per chiudere invece a Roma 4 mesi fa il TMB di via Laurentina, mossa tattica inspiegabile e contraddittoria se esistesse davvero una emergenza rifiuti per Roma.
Parafrasando Sir Arthur Conan Doyle, famoso “padre letterario” di Sherlock Holmes, nella fattispecie nulla convince che “Eliminato l’impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, debba a tutti i costi essere la VERITA’”.