Le regioni artiche, costantemente minacciate dalle conseguenze della crisi climatica, sono nuovamente al centro dell’attenzione per una scoperta inaspettata che potrebbe aggravare lo scenario del riscaldamento globale. È emersa una fonte inaspettata di emissioni di metano dalle acque sotterranee che, a causa del ritiro dei ghiacciai, vengono esposte e rilasciano quantità significative di questo gas serra.
Lo studio, intitolato “Groundwater springs formed during glacial retreat are a large source of methane in the high Arctic”, è stato pubblicato su Nature Geoscience ed è stato condotto da un team internazionale coordinato dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cambridge.
La ricerca si basa su dati satellitari e rilevamenti in loco, utilizzando le immagini raccolte dai satelliti Sentinel-2, che fanno parte del programma Copernicus della Commissione Europea. Lo studio si è concentrato sulle Isole Svalbard, un arcipelago situato nel Mar Glaciale Artico a nord della Norvegia, dove l’aumento delle temperature legato al cambiamento climatico si è fatto sentire intensamente, con un aumento medio di temperatura di 4°C tra il 1970 e il 2020.
I ricercatori hanno monitorato 78 ghiacciai su queste isole utilizzando le immagini satellitari, concentrandosi sulle aree in cui il ghiaccio si è ritirato e ha permesso l’emersione delle acque sotterranee. Queste acque sotterranee, che rilasciano metano, sono alimentate da un complesso sistema di riserve idriche che si estende sotto i ghiacciai, radicandosi nei sedimenti sottostanti e nel substrato roccioso circostante.
I dati satellitari sono stati integrati con rilevamenti sul campo, e l’analisi dei campioni di acqua ha rivelato elevate concentrazioni di metano, che può sfuggire e disperdersi nell’atmosfera. I ricercatori hanno anche identificato aree in cui le emissioni di metano sono più intense, collegando il fenomeno al tipo di rocce da cui emergono le acque sotterranee.
“La quantità di metano rilasciato dalle sorgenti analizzate sarà probabilmente inferiore al volume totale di gas intrappolato sotto questi ghiacciai”, ha dichiarato Andrew Hodson, docente presso l’Università delle Svalbard e secondo autore dello studio. “Tuttavia, dobbiamo urgentemente valutare il rischio di un improvviso aumento delle emissioni di metano, poiché i ghiacciai continueranno a ritirarsi mentre lottiamo per frenare il cambiamento climatico”.