Nani che si credono giganti continuano a ignorare i cambiamenti climatici: in Italia e nel mondo
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Nani che si credono giganti continuano a ignorare i cambiamenti climatici: in Italia e nel mondo

Diversi milioni di terrestri continuano a fare soldi senza pensare che fra 20 o al massimo 30 anni non sapranno cosa  farsene dei loro immensi patrimoni

Nani che si credono giganti continuano a ignorare i cambiamenti climatici: in Italia e nel mondo
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Michele Cecere Modifica articolo

10 Agosto 2022 - 18.20


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Bruciano i boschi in questa estate 2022 ma non è una novità, a bruciare quest’anno è l’intero Paese, con una politica incapace di costruire e di trovare soluzioni ma solo di polemizzare e frammentarsi, generando ulteriore sfiducia fra i cittadini. Occorrerebbe una politica capace di trasformare il paese in una vera comunità ecosolidale per salvarsi davvero. Stranamente ho sentito parlare di  “comunità”,  nel senso di riuscire a cooperare tutti, pur nelle diversità, da un politico di destra, Guido Crosetto, qualche mese fa in una trasmissione televisiva, un politico di Fratelli d’Italia, unica forza politica di destra che non aderiva al governo Draghi, un governo nato proprio dalle ceneri della politica e nel tentativo di unire tutti per il bene comune. 

Brucia questo paese e mi fa pensare soprattutto alle parole di Bertolt Brecht che una volta disse “scrivo le mie proposte in una lingua durevole perché temo che molto ci voglia finché  siano adempiute”.

 Proprio Brecht, nella sua “Parabola del Buddha e della casa in fiamme”, raccontava di come Buddha fosse passato un giorno dinanzi a una casa in fiamme e avesse provato a dire agli abitanti della casa di fare presto e di uscire ma quelli, piuttosto che scappare dalla casa, continuavano a chiedere a Buddha se fuori piovesse e come fosse il tempo, come dovessero vestirsi eccetera eccetera: a quel punto Buddha tirò dritto e disse “a chi sotto i piedi la Terra non gli brucia al punto che paia meglio qualunque cosa piuttosto che rimanere, a lui io non ho nulla da dire”. 

Quanto sono attuali le parole di questa metafora brectiana, non solo per la nostra Italia, costretta ad una campagna elettorale fra nani che si credono giganti, ma purtroppo per l’umanità intera che ancora non ha piena contezza dei cambiamenti climatici e continua a dividersi in guerre distruttive e inquinanti piuttosto che unirsi  in difesa del pianeta.  

Diversi milioni di terrestri continuano a fare soldi senza pensare che fra 20 o al massimo 30 anni non sapranno cosa  farsene dei loro immensi patrimoni. L’unica cosa che potrebbe salvarci è convincere i ricconi della terra a cooperare e costruire questa comunità eco-solidale, basterebbe utilizzare una parte significativa delle loro ricchezze per creare un fondo per fermare i cambiamenti climatici, un fondo per salvare il pianeta e per  gestire le disuguaglianze, per sostenere i tanti poveri che stanno aumentando ovunque nel mondo.

 Perché le migrazioni a cui stiamo assistendo da trent’anni non sono nulla rispetto alle future grandi tragedie umanitarie che saranno incrementate dalla scarsezza di acqua e dagli altri disastri  ambientali, tragedie che nessun blocco navale né un decreto sicurezza  potrà mai arginare. 

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