Io non combatto la ricchezza, anche se – personalmente – provo un certo fastidio per l’ostentazione, il ridicolo sfarzo e il ‘trimalchionismo’ volgare a cui non raramente assistiamo.
Ma io, ripeto, non combatto la ricchezza.
Io combatto lo sfruttamento, combatto chi vive a ostriche e champagne mentre non paga le fatture, gioca con le vite dei lavoratori, agita il licenziamento come strumento di ricatto, fa giochetti societari e trucca i bilanci per poter ‘piangere’ miseria e farsi pagare i compensi dei dipendenti con i soldi pubblici, chi se ne frega della sicurezza altrui per non intaccare il margine di profitto.
Io non parlo a caso. Io so, li conosco, li ho visti in azione e il mio disprezzo nei confronti di questa gente e inferiore solo alla loro bassezza morale.
Non ho, non abbiamo bisogno delle sentenze per riconoscere sfruttatori e farabutti. E combatterli nel nome di quella giustizia sociale che noi – non loro – mettiamo al centro del nostro impegno.