Standard&Poor’s: "Le bollette del gas in Europa aumenteranno di oltre un trilione"
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Standard&Poor’s: "Le bollette del gas in Europa aumenteranno di oltre un trilione"

L'agenzia di rating Standard&Poor’s stima che "la bolletta energetica dell'Europa supererà i suoi livelli pre-pandemia di ben oltre mille miliardi di euro" per effetto della stretta al gas russo.

Standard&Poor’s: "Le bollette del gas in Europa aumenteranno di oltre un trilione"
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7 Settembre 2022 - 10.27


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“Gli alti prezzi aggraveranno la questione su chi debba sopportare questo massiccio fardello finanziario”, si legge in un report dell’agenzia di rating Standard&Poor’s che stima che “la bolletta energetica dell’Europa supererà i suoi livelli pre-pandemia di ben oltre mille miliardi di euro” per effetto della stretta alle esportazioni di gas russo.

La chiusura “a tempo indeterminato” del Nord Stream, che S&P considera “permanente” nel suo scenario di base, aggiunge infatti pressione sulle aziende energetiche in relazione ai prezzi, alle forniture di gas ed energia elettrica e alla loro liquidità.

Avvio volatile per il gas sul mercato di Amsterdam con il prezzo dei future sul Ttf che ha oscillato tra un massimo di 247 euro al megawattora (3%) in avvio di seduta e un minimo di 225 euro (-6,2%). In questo momento il benchmark del prezzo europeo del gas cede il 4,5% a 229 euro, con gli operatori che soppesano le contromisure – a partire dal price cap – a cui l’Europa sta lavorando per rispondere alla stretta della Russia e ai suoi effetti sui prezzi.

I segnali sempre più forti per un rallentamento dell’economia mondiale e una recessione in alcuni paesi, il rafforzamento del dollaro e i nuovi pesanti lockdown della Cina causa Covid, colpiscono i prezzi del petrolio. Il greggio Wti del Texas scende dell’1,69% a 85 dollari al barile tornando così ai livelli di gennaio. Il Brent del Mare del Nord segna un calo dell’1,31% a 91,52 dollari.

Lo spread di Btp e Bund tedesco si allarga in avvio di seduta a 235 punti base rispetto ai 232,9 punti della chiusura di matedì. Resta pressoché stabile al 3,96% il rendimento del decennale italiano.

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