Numeri e cifre: così il Pd salva banche e banchieri a scapito della gente
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Numeri e cifre: così il Pd salva banche e banchieri a scapito della gente

Non hanno fatto altro che dire che i nostri istituti sono solidi. Il caso Zonin e la Popolare di Vicenza è da manuale

Proteste contro Zonin per la banca Popolare di Vicenza
Proteste contro Zonin per la banca Popolare di Vicenza
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Fabio Zanuso Modifica articolo

28 Giugno 2017 - 16.40


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Sembra uno scherzo, non lo è.
Tento di accennare un pelo di chiarezza in questo ginepraio, più complicato di una trama di Mordecai Richler.
Dal 2013 a oggi, i governi di “centrosinistra” hanno salvato 8 istituti bancari.
Monte Paschi Siena, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Ferrara, Cassa di risparmio di Chieti, Banca Marche, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
Conto totale, che ci dicono sempre il conto parziale, evitando metodicamente di sommare i fondi di garanzia, ebbene, si arriva all’1% del Pil.
200 miliardi di euro, su per giù.
Voglio scriverlo anche con il vecchio conio: 400mila miliardi di lire, su per giù.
Numero difficile da scrivere, impossibile da immaginare, provate con le formiche, con i Pokemon, con i like su faccialibro e persino con le zanzare, non ce la farete.
Se, in modo del tutto utopistico, proviamo a dividere questo numero impossibile per il numero di cittadini italiani, ancor prima di un eventuale jus soli, né risulta un dato da far tremare l’Himalaya:
3mila e 3cento euro cadauno, procapite, a testa, come preferite.
3mila e 3cento euro per salvare banche.
Un esempio su tutti: l’imprenditore vinicolo Zonin, per vent’anni deus ex machina di Banca Popolare di Vicenza, accusato nel 2002 dello stesso reato per il quale è accusato nel 2017, 2 miliardi di perdite solo nel 2016, con conseguente fallimento dell’istituto e velocissimo salvataggio, presenta il bilancio dei suoi vigneti, opportunamente “donati” alla prole: +3%.
E sì che nel giugno 2016, Bazoli di Veneto Banca, attualmente ai domiciliari, cosi rinfrancava: “Le nostre banche sono le più solide d’Europa”.
Come pure Padoan: “Basta con lo sciacallaggio, le nostre banche sono solide”.
Carina anche “Il nostro tessuto bancario è sano, non basa il suo business su derivati e spazzature varie”.
E’ nota la mia assoluta repellenza verso il periodo arcoriano, ma non posso esimermi dal chiedere di ipotizzare se questi salvataggi li avesse fatti Berlusconi.
Orde di proteste, scioperi, scuole chiuse, i girotondini veloci più di Vettel, il popolo Viola all’assalto del palazzo, Ingroia sarebbe diventato alto due metri e persino Poletti avrebbe chiuso le coop.
Ma dato che questo furto di stato è stato compiuto, anche con l’ovvio aiuto delle destre, da governi retti dal Pd, calma piatta, bonaccia, barche in darsena, non si muove una foglia, tutto tace.
A me avevano insegnato che i governi di centrodestra guardavano all’imprenditoria, quelli di centrosinistra al proletariato, con il centro, in entrambi i casi, con un giustissimo occhio di riguardo al ceto medio.
O i miei insegnanti erano degli sprovveduti, oppure le carte si sono capovolte e in pochi l’han capito, in abbastanza l’han sfruttato, tutti i rimanenti tacciono, incredibile.
Se ancora ci fossero in giro i tifosi degli 80 euro, fornitegli una calcolatrice, si ricrederanno.
Gruppo Marcegaglia, Gruppo Mezzaroma, Sorgenia di De Benedetti, Aeroporto di Siena, Terme di Chianciano, sono solo la punta dell’iceberg dei debitori che Padoan non vuole far pubblicare, l’allegra combriccola c’ha fatto circa 5 miliardi di euro, 10mila miliardi del vecchio conio.
Poi si vota, ti becchi la mazza sugli incisivi, e dai la colpa agli altri, oppure dici “poteva andare meglio”.
Non credo di essere l’unico a mettere sullo stesso piano il Pd e Forza Italia, non mi inganni con i matrimoni gay o con il sopracitato jus soli, siete ancora indietro anni luce per darmela a bere, con ogni probabilità farete un governo assieme e le barche continueranno a riempirsi di alghe in darsena, bonaccia stabile.

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