8 marzo: una graphic novel per rileggere Elena Gianini Belotti

Esce in questi giorni il volume curato da Vittorina Maestroni e Thomas Casadei Dalla parte delle donne e delle bambine. Elena Gianini Belotti e noi, con una graphic novel di Alice Milani (Mucchi, Modena)

8 marzo: una graphic novel per rileggere Elena Gianini Belotti
Elena Gianini Belotti
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8 Marzo 2025 - 12.07


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di Michele Balbinot

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Nel corso degli anni Settanta del Novecento, in Italia, il movimento femminista ha conosciuto diverse opere importanti: tra queste spicca certamente Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti, edita da Feltrinelli nel 1973.

Da questo volume muove, pur preannunciando uno sguardo ben più ampio sull’autrice, la quarta pubblicazione della collana “Storie e scritti di donne” intitolata Dalla parte delle donne e delle bambine. Elena Gianini Belotti e noi. curata da Vittorina Maestroni e da Thomas Casadei e frutto della collaborazione tra Centro Documentazione donna di Modena e CRID – Centro di Ricerca Interdipartimentale su discriminazioni e vulnerabilità, Unimore (le precedenti sono state dedicate a Olympe de Gouges, Mary Shelley e Anna Kuliscioff).

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Il volume si apre con la biografia di Gianini Belotti, prima narrata per immagini dalla bella graphic novel di Alice Milani [pp. 21-42], poi raccontata dalle parole di Carlotta Cossutta [pp. 43-48]. 

Si evidenziano, qui, l’infanzia difficile di Gianini Belotti, cresciuta da un padre frustrato e una madre severa, che le impedisce di continuare gli studi; un’esperienza di molestia sessuale al lavoro, che la fa allontanare dall’ufficio e avvicinare al mondo dell’insegnamento e della formazione nelle scuole d’infanzia. In quest’ultimo contesto prende avvio l’esperienza da direttrice del Centro Nascita Montessori, che le fornirà gli spunti e le riflessioni per scrivere Dalla parte delle bambine e che le aprirà il mondo per la scrittura di altri saggi (Che razza di ragazza, Amore e pregiudizio, Prima le donne e i bambini, Non di sola madre, …) e romanzi (Il fiore dell’ibisco, Adagio un poco mosso, Apri le porte all’alba).

È di questi testi che Ines Corti fa un’accurata selezione [pp. 49-75], per riportare al lettore e alla lettrice quella semplicità e chiarezza di scrittura che porta però con sé una profondità, di ragionamento e di riflessione, che rende la sua opera ancora attuale. L’esperienza con bambini e bambine negli asili montessoriani traspare chiaramente dalle parole del lavoro principale di Gianini Belotti: la presunta (rectius, socialmente costruita) superiorità maschile, l’inquadramento dei più piccoli in quella “cornice assai rigida di regolamentazione che si fissa nel tempo per produrre l’apparenza di un certo essere naturale” (come ha scritto Judith Butler: Questione di genere. Il femminismo e la sovversione dell’identità, Editori Laterza, Roma-Bari, 2013, p. 50), la necessità della ribellione. 

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Ribellione che emerge, in diverse forme, in tutti i lavori di Gianini Belotti, come ben emerge nella selezione antologica contenuta nel volume: come “lotta per conquistarsi un proprio spazio di sopravvivenza che equivalga almeno a quello consentito all’uomo” (Che razza di ragazza, 1979); nelle forme della marginalizzazione femminile insite nelle abitudini degli uomini (Prima le donne e i bambini, 1980); nei confronti del condizionamento offerto dall’“organizzazione sociale della maternità” (Non di sola madre, 1983). 

Il tema della maternità è ripreso nel primo romanzo di Gianini Belotti, Il fiore dell’ibisco (1985) e, in termini diversi ma affini, in Adagio un poco mosso (1993), mentre l’ultimo testo proposto da Corti traccia una via verso tutti i temi ancora attualissimi del femminismo, ma anche della cronaca quotidiana: la violenza di genere e contro le donne, i femminicidi, la condizione delle persone anziane, il rapporto con le persone migranti.

Il volume contiene anche un insieme di parole-chiave che, in forma corale, ricostruiscono il lavoro (e la vita) di Gianini Belotti. “Infanzia (percorsi)”, “Stereotipi e pregiudizi”, “Educazione di genere”, “Socializzazione (di genere)”, “Colori: rosa e azzurro”, “Fiabe/narrazione orale”, “Letteratura per l’infanzia”, “Best sellers/classici”, “Uomini nelle professioni educative”, “Diffamazione (Italia Donati)”: ogni voce offre spunti di riflessione per la società del presente, a partire dalle elaborazioni di una educatrice e pedagogista che ha saputo aprire vie nuove. Una società tanto bisognosa di educazione di genere quanto sempre più refrattaria alla costruzione di percorsi – interni ed esterni alla scuola – in tal senso. A queste necessità prova a rispondere l’ultima parte del volume, che racchiude una “cassetta degli attrezzi” tratta dall’opera di Gianini Belotti o da essa ispirata, attraverso alcune curiosità raccolte nella sezione “Lo sapevi che…”, consigli di lettura e anche i video di sintesi delle dieci parole-chiave, realizzati da autrici e autori. 

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Così, il lavoro di Gianini Belotti si dimostra tutt’altro che superato, e anzi diventa punto di partenza e quasi un manifesto culturale programmatico per il nostro tempo.

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