"Tornando a Est" e quel muro di Berlino crollato solo fisicamente
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"Tornando a Est" e quel muro di Berlino crollato solo fisicamente

Il sequel di 'Est - Dittatura Last Minute' di Antonio Pisu ora in sala.

"Tornando a Est" e quel muro di Berlino crollato solo fisicamente
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15 Febbraio 2025 - 16.45 Culture


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Un road-movie di Antonio Pisu prodotto da Plaion Pictures in sala dal 13 febbraio e sequel di ‘Est – Dittatura Last Minute’ con Matteo Gatta (Pago), Lodo Guenzi (Rice) e Jacopo Costantini (Bibi).

Un film che appare leggero, una rocambolesca avventura fittizia con un’ambientazione storica che guardi e dimentichi in fretta ma comunque riesce a strapparti due risate. Invece, proprio con la sua semplicità, Tornando a Est svela una triste realtà che pervade oggi l’Europa e l’Occidente più che mai.

“Non credo si tratti di nostalgia delle ideologie o di un mondo costruito sulle ideologie anche considerando il fatto che il superamento delle ideologie è già in sé stesso ideologico. – ha commentato l’attore e musicista Guenzi (interprete di Rice nel film) – Oggi l’Occidente è piallato sotto i dettami del capitalismo, e cosa c’è di più ideologico del capitalismo? Ovvero un mercato che si regolamenta da solo e che regolamenta così i rapporti di forza. Percepisco una certa nostalgia casomai rispetto a un’Europa in cui ancora c’era l’idea che ci fosse un’alternativa rispetto al modello unico. Oggi un mio coetaneo per fare l’esperienza di un viaggio che gli cambia la mente va in Nepal non va certo all’est. Ormai viviamo tutti nel sogno lucido di Margaret Thatcher”.

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1991, il muro di Berlino è crollato. Pago, Rice e Bibi sono tornati a casa, a Cesena, dopo il viaggio in Romania (‘Est – Dittatura Last Minute’ ambientato cronologicamente nel 1989). Lo stare fermi però non sembra appartenere loro; la curiosità verso quell’est che sta cambiando è troppo forte e in più Bibi ha da sei mesi una relazione epistolare con una ragazza bulgara, Yuliya, che non ha mai incontrato ma che aiuta economicamente.
I tre amici decidono di partire per Sofia ma all’arrivo vengono scambiati per spie internazionali, coinvolti nel traffico della prostituzione e vengono pedinati dai servizi segreti italiani ritrovandosi in una situazione dalla quale sembra impossibile uscire.

Tutto ciò li costringe anche a con la dura realtà che trovano; “Credevamo che veniva giù un muro (quello di Berlino) e cambiava anche l’Europa, cambiavamo noi, ma niente” dice Rice nel film sugellando lo scoramento e la delusione verso un mondo e un cambiamento che i tre giovani avevano sognato e idealizzato.

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