di Lorenzo Lazzeri
Sanremo svuota i cinema? I numeri citati da cinecittanews.it lo dicono, ma la verità è più complessa. Secondo i dati riportati da Auditel e Cinetel (già nell’anno 2022), nei primi giorni della settimana del Festival il pubblico in sala era calato sensibilmente rispetto alla settimana precedente, con una media del 25% in meno tra il 7 e il 9 febbraio 2022.
Il martedì, giorno dell’esordio sanremese con uno share del 62,5% e oltre 16 milioni di telespettatori, le presenze nei cinema sono scese a 60.799, ben il 27% in meno rispetto al martedì precedente (83.361). Mercoledì, la stessa musica: 67.701 spettatori contro i 94.538 della settimana prima (-28%). Solo il giovedì, complice l’arrivo delle nuove uscite, il calo è stato più contenuto, con il -16%.
Anche quest’anno si replica. E allora, perché non approfittare proprio di questi giorni di meteo inclemente per tornare al cinema, evitando la poltrona o il divano di casa? Considerando il fatto che alcune catene stanno offrendo biglietti scontati fino a 3 euro.
Occorre ricordare che, mentre l’Ariston si riempie di musica e polemiche, le sale offrono storie, emozioni e sguardi sul mondo. Ecco, quindi, per voi diciassette film in programmazione che meritano di essere andati a vedere.
Al centro della sfida c’è Captain America: Brave New World di Julius Onah, il solo blockbuster capace di competere con il Festival, e che segna il ritorno del mondo Marvel al cinema. Sam Wilson (interpretato da Anthony Mackie), l’ex Falcon, indossa lo scudo e si muove tra intrighi e complotti politici, in una trama più vicina al thriller che al cinecomic fracassone. Con Anthony Mackie, Harrison Ford e Liv Tyler, il film gioca tra azione e ambiguità morali, strizzando l’occhio a classici del genere come The Manchurian Candidate.
Per chi ama l’animazione, il Giappone regala due perle nostalgiche: L’Attacco dei giganti – Il Film di Tetsuro Araki che torna nelle sale con la forza di un mito moderno; mentre Hello! Spank. Le pene d’amore di Spank, diretto da Shigetsugu Yoshida, riporta sul grande schermo l’adorabile cagnolino che ha segnato l’infanzia di tanti. Due viaggi tra epica e tenerezza, che meritano il buio della sala.
L’Uomo di argilla di Anaïs Tellenne, invece, applaudito a Venezia, è una delicata esplorazione della solitudine e della memoria, con Raphaël Thiéry ed Emmanuelle Devos in uno struggente duetto esistenziale. Sul versante italiano, Antonio Pisu ci porta in Bulgaria con Tornando a Est, che segue le disavventure di tre amici all’epoca del post-comunismo, tra spionaggi paradossali e illusioni giovanili. Lodo Guenzi, al secondo film da protagonista, si conferma volto nuovo di un cinema italiano che sa raccontare il presente attraverso il passato.
E se l’adrenalina è ciò che cercate, ecco il thriller della settimana: Strange darling di JT Mollner. Willa Fitzgerald e Kyle Gallner si inseguono tra eros e paura in una caccia all’uomo che è anche una caccia a se stessi. Più vicino alla cronaca, ma non meno teso, September 5: La diretta che cambiò la storia di Tim Fehlbaum. Con Peter Sarsgaard e John Magaro, il film ripercorre il massacro di Monaco ’72 attraverso lo sguardo della redazione televisiva dell’ABC. Un thriller giornalistico che è anche una riflessione sul potere e i dilemmi dell’informazione in diretta.
Non manca l’animazione poetica. Una barca in giardino di Jean-François Laguionie è una favola filosofica sull’eterno bisogno di sognare, mentre Paprika – Sognando un sogno di Satoshi Kon, tra incubi e realtà, è il capolavoro visionario che ha ispirato Nolan per Inception.
Tra le proposte in sala, due film esplorano il tema del viaggio, geografico ed emotivo. Con Una viaggiatrice a Seoul, la regista Kim Bora ci porta nel cuore pulsante della capitale sudcoreana, dove una giovane donna, interpretata da Kim Tae-ri, cerca le proprie radici tra incontri e scoperte che intrecciano identità e appartenenza. Dall’Asia si vola in Grecia con Amiche alle Cicladi di Marc Fitoussi, film che racconta, invece, il viaggio di due amiche, Blandine (Laure Calamy) e Magalie (Olivia Côte), le quali, tra le acque azzurre dell’Egeo, si confrontano con i mutamenti della vita e dell’amicizia. Due itinerari lontani, due modi diversi di perdersi per ritrovarsi.
Poi c’è l’amore, in tutte le sue sfumature: il desiderio mai consumato di In the mood for love di Wong Kar-wai, che torna in sala con la sua estetica immortale; l’uragano passionale e artistico di Follemente di Luca Guadagnino, con Timothée Chalamet e Saoirse Ronan, persi tra arte e ossessioni.
Dello stesso filone in sala c’è anche il rapporto crudo, quasi chirurgico, raccontato da Andrea Arnold in Sex, con Michael Fassbender e Carey Mulligan. Dall’altra parte del mondo, il giapponese Let me eat your pancreas di Shō Tsukikawa tocca le corde più intime con la storia di Haruki e Sakura: lui, introverso e chiuso al mondo, lei, luminosa nonostante una malattia terminale. Insieme scoprono il valore dell’amicizia e della vita, in un racconto che mescola dolcezza e struggente malinconia.
Infine, il cinema che guarda il mondo in Il seme del fico sacro di Mohammad Rasoulof è un pugno nello stomaco e un atto di resistenza. Ambientato in Iran, racconta la lotta tra autorità e dissenso attraverso il dramma di un giudice e delle sue figlie, in un Paese in bilico tra fede e paura. In The brutalist di Brady Corbet, Adrien Brody interpreta László Tóth, un architetto ungherese sopravvissuto all’Olocausto, il cui sogno di rinascita negli Stati Uniti si intreccia con il potere e il compromesso, in una riflessione sull’ambizione e sull’integrità artistica nell’America del dopoguerra.
Diciassette storie, diciassette viaggi, diciassette motivi per entrare in sala. Sanremo continuerà a cantare, i social a commentare e la televisione a brillare. Ma il cinema? Il cinema resta lì, in attesa, come un attore dietro le quinte, solo che il pubblico tarda ad arrivare e il dolore, quello vero, è ritrovarsi in una sala vuota mentre sullo schermo si accende il mondo.