Biennale Architettura 2025: un laboratorio per l'adattamento al cambiamento climatico
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Biennale Architettura 2025: un laboratorio per l'adattamento al cambiamento climatico

Diversi tipi di intelligenza nella diciannovesima edizione della mostra di Architettura di Venezia, per avvicinare più generazioni e più discipline all'età dell'adattamento climatico.

Biennale Architettura 2025: un laboratorio per l'adattamento al cambiamento climatico
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12 Febbraio 2025 - 21.40 Culture


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Intelligens. Natural. Artificial. Collective: La 19ª Mostra Internazionale di Architettura di Venezia, curata da Carlo Ratti.
La mostra invita a una riflessione sull’adattamento al cambiamento climatico, ponendo al centro della sua proposta la necessità di rispondere in modo concreto alle sfide ambientali, a partire dalla laguna.

Il titolo di quest’edizione vuole sottolineare l’importanza di un approccio interdisciplinare, capace di coinvolgere diverse forme di intelligenza (naturale, artificiale e collettiva), per ripensare l’ambiente costruito e la nostra relazione con il pianeta.

In programma tra il 10 maggio e il 23 novembre 2025, la mostra organizzata dalla Biennale sarà allestita tra i Giardini, l’Arsenale e Forte Marghera.
Più di 750 partecipanti tra architetti, ingegneri, matematici, filosofi, artisti e altre figure professionali, collaboreranno favorendo il dialogo tra discipline diverse e l’unione di più generazioni perché, come ha sostenuto Ratti, “l’adattamento richiede inclusività e collaborazione”.

Il percorso espositivo inizierà dalle Corderie dell’Arsenale, con un “dato crudo” che evidenzia da un lato l’aumento delle temperature globali, dall’altro il progressivo declino della popolazione mondiale, sfide che l’architettura deve affrontare nell’età dell’adattamento. I visitatori dovranno quindi attraversare tre mondi tematici: l’intelligenza naturale, quella artificiale e quella collettiva, concludendo il percorso con una riflessione sulla possibilità futura di guardare allo spazio come a una soluzione per i problemi globali.
Secondo Ratti è chiaro che “l’esplorazione dello spazio non è una via di fuga, ma un mezzo per migliorare la vita qui, nell’unica casa che conosciamo”.

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Il restauro del Padiglione centrale dei Giardini ne rende impossibile l’uso per la mostra, quindi la città di Venezia diventa un vero e proprio “laboratorio vivente”. Diversi progetti espositivi approfondiranno il rapporto della città con l’acqua, mettendo in evidenza le conseguenze del cambiamento climatico e celebrando Venezia come simbolo di resilienza.

Alla Biennale di Architettura 2025 parteciperanno 66 paesi, i quali presenteranno le loro mostre nei padiglioni dei Giardini, dell’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Inoltre vi saranno quattro nuovi paesi: Azerbaigian, Oman, Qatar e Togo.

Il Padiglione Italia, a cura di Guendalina Salimei, presenterà il progetto “Terræ Aquæ. L’Italia e l’intelligenza del mare” mentre uno dei progetti speciali, “Margherissima”, sarà presentato nella Polveriera austriaca di Forte Marghera a Mestre, esplorando il tema del territorio contaminato vicino al Ponte della Libertà.

Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale, ha sottolineato l’importanza della mostra di Carlo Ratti come un’opportunità di confronto continuo sia sulle sfide politiche, che su quelle sociali e ambientali che ci riguardano, che ci porta a riflettere sul nostro ruolo nel pianeta e nel mondo.
“Tra la terra e il mondo ci sono la polis, l’abitare, il senso stesso di un dovere che ci riguarda”, ha poi concluso il presidente.

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