di Giordano Casiraghi
Demetrio era quello che si usava dire, un compagno. Pare che la sua casa sia stata visitata più volte dalle forze dell’ordine per controlli. Lui era vicino a gente come Nanni Balestrini e Gianni Sassi, dichiaratamente simpatizzanti di sinistra. Ho avuto la fortuna di conoscerlo. Una breve conoscenza purtroppo. Mi diede appuntamento all’Out Off di Mino Bertoldo dove quel tardo pomeriggio ci sarebbe stata la presentazione di un libro su John Cage.
Succedeva così nella Milano ai primi mesi del 1979, ti giravi e trovavi di che entusiasmarti. Stratos mi avvisa che lui non potrà partecipare alla rassegna di musica che stavo allestendo al teatrino della Villa Reale di Monza se non con almeno metà del cachet che usava chiedere. Ma c’è Battiato anche, gli dicevo. E lui: si, ma lui ha la mamma che lo aiuta. Stavo per mollare il colpo, ma fortunatamente avevo convocato il presidente di Radio Montevecchia, dove ero socio e per la quale avrei organizzato quindici concerti. L’anno prima i concerti erano stati dieci.
Ebbene il presidente Lino Fiocco interviene e assicura il pagamento della cifra richiesta, così Demetrio sarà dei nostri. Storie raccontate quà e là, come quell’ultima intervista apparsa subito su Il Quotidiano dei Lavoratori e poi sul mensile Re Nudo. Se ne parla nel mio libro “Cose dell’altro suono” per Arcana editrice. Ebbene quella volta, il 30 marzo 1979, Demetrio arriva alla Villa Reale per “Cantare la voce” e regalare ai tantissimi presenti quello che sarà il suo ultimo concerto.
La mostra a Ravenna fino al 31 gennaio
Tutto questo per annunciare che è stata inaugurata il 14 dicembre a Ravenna la mostra “Fino ai limiti dell’impossibile. La ricerca vocale di Demetrio Stratos 1970-1979 – Secondo movimento”, mostra che sarà visitabile fino al 31 gennaio, a ingresso libero, presso Palazzo Malagola, sede dell’Archivio Demetrio Stratos e del centro internazionale di ricerca vocale e sonora Malagola. Ermanna Montanari e Enrico Pitozzi hanno ripreso e ampliato una mostra sullo stesso argomento fatta lo scorso anno. Mostra completa di materiali vari, nonchè filmati e registrazioni anche inedite.
Nella passata edizione ci si era concentrati sul rapporto di Demetrio Stratos con altri artisti, John Cage su tutti, mentre in questo “secondo movimento” ci si apre alla ricerca vocale di Stratos nella dimensione extraeuropea, alle musiche dal mondo e alla loro relazione con la diplofonia e con il canto armonico che in Fino ai limiti dell’impossibile troverà il suo culmine in una delle stanze di Palazzo Malagola appositamente dedicata all’ascolto immersivo. Documentazione esposta che appartiene all’archivio e che comprende materiali audiovisivi di performance, lezioni e concerti, appunti preparatori legati alla sua produzione artistica, stampe di fotografi che ne hanno immortalato il lavoro nel corso degli anni, strumenti musicali, oggetti, cimeli, capi d’abbigliamento, libri, dischi in vinile, manifesti relativi tanto al suo lavoro da solista quanto a quello con I Ribelli e con gli Area, copie di tesi di laurea, studi e saggi dedicati alla sua ricerca, la rassegna stampa raccolta nel corso dei decenni, alcuni dei quali sono stati messi in mostra nel 2023. A tutto ciò si aggiungono documenti inediti sulle performance di Stratos, a partire da quelle che convocano Antonin Artaud e quelle relative a “Le milleuna”, lavoro in collaborazione con Nanni Balestrini e la coreografa Valeria Magli. E poi ancora materiali riguardanti la sua partecipazione al progetto/happening del 1978 Il treno di John Cage, il suo contributo come autore delle musiche Satyricon diretto da Gabriele Salvatores nella stagione ’78-79 del Teatro dell’Elfo.
Una mostra quale giusto riconoscimento a uno dei più grandi artisti italiani con prospettive anche sul mercato della musica contemporanea mondiale. Recentemente è apparsa nel web una foto che ritrae Demetrio nel 1969 in una jam session con Steve Wonder alla batteria. Qualcuno l’aveva detto, ma vederlo in foto, foto mai vista prima, ci restituisce qualcosa in più di questo grande artista. E allora tutti al Palazzo Malagola che si trova a Ravenna in via di Roma 118, mostra aperta fino al 31 gennaio.