“Rio Ari O” di Luca Carboni, 40 anni tra musica e arte: una mostra a Bologna. 
Top

“Rio Ari O” di Luca Carboni, 40 anni tra musica e arte: una mostra a Bologna. 

Gli anni passano per tutti, anche per i divi del pop nostrano. Come Luca Carboni, che nel 2024 festeggia i quarant’anni dall’uscita del primo disco, “… intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film”. 

“Rio Ari O” di Luca Carboni, 40 anni tra musica e arte: una mostra a Bologna. 
Preroll

globalist Modifica articolo

4 Novembre 2024 - 15.33


ATF

di Diego Perugini

Gli anni passano per tutti, anche per i divi del pop nostrano. Come Luca Carboni, che nel 2024 festeggia i quarant’anni dall’uscita del primo disco, “… intanto Dustin Hoffman non sbaglia un film”. 

E per celebrare l’evento il cantautore bolognese si concede un regalo un po’ diverso: non un album o un tour, ma una mostra d’arte, “Rio Ari O”, titolo che richiama il verso di una sua famosa canzone (“Ci stiamo sbagliando”, per la cronaca). 

Sì, perché Carboni parallelamente alla carriera musicale ne ha coltivata una, molto più privata, di pittore/disegnatore. Ne abbiamo trovato traccia qua e là nelle copertine dei dischi, nelle immagini proiettate nei concerti e nella raccolta di schizzi del libro “Autoritratto” del 2004. 

Ma il grosso è rimasto nascosto e ora si rivelerà finalmente nell’esposizione, curata da Luca Beatrice, in cartellone dal 22 novembre al 9 febbraio 2025 al Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna (info: www.museibologna.it/musica). 

“In quarant’anni di carriera – spiega Beatrice – Carboni ha pubblicato dodici album in studio, un live e diverse raccolte. Ma nel frattempo ha coltivato altro, magari in solitudine o appartato: ha disegnato, dipinto, realizzato opere installative, raccolto immagini, perché nel suo percorso arte e musica sono andate insieme, l’una ispirava l’altra, l’una aiutava l’altra. Una parte nascosta, un percorso parallelo intimo e personale, sperimentale, quasi mai raccontata se non in alcuni rari momenti. Una parte che, come le canzoni, ha dentro, in modo profondo, la sua città, Bologna, le piazze, le strade, le chiese, figure femminili ispirate alle forme e alle linee dei portici”. 

Leggi anche:  George Harrison e i 50 anni di “living in the material world”, disco spirituale e intimista

Sono oltre una cinquantina le opere in visione, tutte realizzate a partire dalla metà degli anni Ottanta. In più ci saranno oggetti, copertine di dischi, testi inediti, appunti, memorie che partono proprio dal quel 1984 che ha segnato la data di inizio della carriera di Carboni. 

L’intento è quello di raccontare la storia nascosta, più che la dimensione pubblica dell’autore di “Mare mare” e “Ci vuole un fisico bestiale”, attraverso una specie di “dietro le quinte” dove gli appunti, i disegni e i quadri sono stati un percorso parallelo ma non staccato dai successi musicali. 

“Nella pittura – racconta Carboni – mi ispirano le donne, i colori piatti delle bandiere, i cartelli stradali, i portici e le chiese. Nella produzione di solito mi piace mescolare la tempera, i colori acrilici, le bombolette spray per la pittura di strada. Il tutto applicato sempre su diversi tipi di supporto, a volte la tela classica ma anche legni di recupero, compensati vari e altri materiali come il ferro, il cartone, la carta da pacchi e da regalo. La pittura ha accompagnato tutti questi miei anni di musica come un diario di immagini e visioni: personale, intimo, privato, mai messo in mostra, fatta eccezione per qualche disegno finito sulla copertina di dischi”. 

Leggi anche:  La canzone “Never Too Late” anticipa l’uscita del documentario omonimo sulla vita di Elton John

E la musica? Ci sarà anche quella. La sala finale del percorso espositivo, diviso in quattro stanze più un ingresso, accoglierà uno spazio con canzoni, inediti, audio rubati in studio. Il tutto accompagnato da immagini e video clip, in un allestimento dall’atmosfera pop. 

E per chi volesse approfondire l’argomento, ci sarà un ciclo di conversazioni presso la Sala Eventi del Museo: tre appuntamenti pubblici con l’artista e ogni volta un ospite diverso. Si comincia il 28 novembre insieme al curatore Luca Beatrice, poi il 19 dicembre e il 30 gennaio 2025, sempre alle ore 18.30.

 Infine, il centralissimo Portico del Pavaglione, in via dell’Archiginnasio, accoglierà dall’8 gennaio 2025 una serie di autoritratti di Luca stampati su larga scala e appesi alle chiavi di ferro degli archi del portico. 

Intanto si parla insistentemente di un ritorno più strettamente musicale di Carboni, dopo la malattia che l’ha colpito duramente: il primo assaggio dovrebbe essere una canzone assieme all’amico e concittadino Cesare Cremonini. Si tratterebbe di un brano dedicato a Bologna, contenuto nell’imminente lavoro dell’ex Lùnapop. 

Leggi anche:  Il “nuovo” Omar Pedrini, fra teatro-canzone e ricerca della felicità

mannaggiallamusica.it

Native

Articoli correlati