Una persona molto amata, ma anche molto denigrata e detestata.
Jean-Paul Sartre è stato uno dei filosofi più influenti del XX secolo, noto per il suo pensiero esistenzialista e il suo impegno politico.
Nato a Parigi nel 1905, Sartre cresce in una famiglia borghese e studia alla École Normale Supérieure, una delle più prestigiose istituzioni accademiche francesi.
Durante gli anni ’30, Sartre si avvicina al movimento surrealista e inizia a scrivere romanzi e racconti che esplorano i temi dell’alienazione e della solitudine. Nel 1938 pubblica il suo primo romanzo, “La nausea”, che diventa un successo immediato e lo consacra come uno dei maggiori scrittori della sua generazione.
Ma è soprattutto con la sua filosofia che Sartre diventa famoso. Nel 1943 pubblica “L’essere e il nulla”, un’opera monumentale che tratta della natura dell’esistenza umana e dell’assurdità del mondo. In questa opera, Sartre sostiene che l’uomo è libero di creare il proprio significato nella vita, ma che questa libertà comporta anche una grande responsabilità.
Nel corso degli anni ’40 e ’50, Sartre diventa sempre più impegnato politicamente, sostenendo la lotta contro il colonialismo e la guerra in Vietnam. Nel 1964 rifiuta il premio Nobel per la letteratura, dichiarando che non vuole essere associato a un’istituzione che legittima la guerra in Vietnam.
Negli ultimi anni della sua vita, Sartre continua a scrivere e a impegnarsi politicamente, ma la sua salute comincia a peggiorare. Muore a Parigi nel 1980, all’età di 74 anni.
Nonostante alcune critiche mossegli dai suoi contemporanei, Sartre rimane uno dei filosofi più importanti del XX secolo, grazie alla sua teoria dell’esistenzialismo e al suo impegno politico contro l’oppressione e l’ingiustizia. La sua influenza è ancora palpabile oggi, non solo nel campo della filosofia, ma anche in quello della letteratura, del cinema e della politica.
