Luigi Tenco, una figura ancora oggi sotto i riflettori
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Luigi Tenco, una figura ancora oggi sotto i riflettori

Lettere, notizie inedite, rassegna stampa e interviste nel libro di De Angelis e Deregibus

Luigi Tenco, una figura ancora oggi sotto i riflettori
Luigi Tenco
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22 Marzo 2024 - 00.56


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di Giordano Casiraghi

“Si parla ancora tanto di Luigi Tenco, almeno ogni volta che va in scena il Festival di Sanremo dove nel gennaio 1967 calò la gelida notizia della sua morte. Non aveva ancora trent’anni Luigi Tenco e già aveva composto canzoni memorabili, aveva fatto parte da giovane di formazioni ormai leggendarie, come quella de I Cavalieri, con Enzo Jannacci al pianoforte, Gianfranco Reverberi al vibrafono, Nando de Luca alla batteria e Paolo Tomelleri al clarinetto, ed è quello il periodo di una foto che circola nel web, dove Luigi Tenco al sax è in compagnia di Paolo Tomelleri, Gianfranco Reverberi, Rolando Ceragioli e Giorgio Gaber, formazione straordinaria che si esibiva al Santa Tecla. Siamo a fine degli anni Cinquanta e Tenco appare giovanissimo, appena ventenne.

La sua storia è stata raccontata a più riprese, ma non basta mai per colmare il grande vuoto e sgomento la sua prematura scomparsa ha provocato. Con “Lontano, lontano – Lettere racconti interviste” (Il Saggiatore, pagg.434 – 24,70€), Enrico Deregibus e Enrico de Angelis riprendono il discorso andando a setacciare la rassegna stampa d’epoca, le interviste e le lettere andando a interpellare gli eredi che hanno messo a disposizione materiale inedito. Qualcosa era già uscito nei libri scritti da De Angelis: “Io sono uno” (Baldini e Castoldi) e “Il mio posto nel mondo” (Rizzoli), quest’ultimo come coautore insieme a Deregibus e Sacchi. Materiale ne circolava già molto, ma questo libro rivela altre storie, altre inclinazioni di un artista che cresce con tante idee in testa.

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Tenco che inizia ben presto a spostarsi da Genova per suonare il sax in piccole orchestre. Incontra colleghi che iniziano a stimarlo per la sua formazione da intellettuale, la sua classe. Tenco che mostra già le sue perplessità con il mondo della discografia. Una lettera indirizzata a Nanni Ricordi, che lo aveva scritturato per fargli incidere dischi, rivela la sua contrarietà alla messa in commercio della canzone “Quando”, o perlomeno che venga pubblicata con uno pseudonimo, per salvaguardare la sua reputazione come studente all’Università. Infatti, in origine verrà pubblicato come Dick Ventuno. Il mondo di Tenco si va formando incontrando e apprezzando i colleghi, soprattutto Sergio Endrigo, con il quale trova certamente più di qualche affinità stilistica.

Già nelle prime interviste Tenco mostra una certa insofferenza, tiene a precisare che la sua non è musica leggera o da ballo e che i suoi testi parlano di qualcosa, colpiscono la sensibilità umana. Dalla Ricordi Tenco passa prima alla Saar e poi alla Rca, segno di un’insofferenza che lo attanaglia, alla ricerca di una posizione rispettabile nel mondo della musica. Più in là nel libro si arriva al 1967, anno che inizia con un’esibizione all’Hotel Hilton di Roma, quindi il 26 gennaio partecipa alla prima serata del festival di Sanremo, la sua canzone non passa il turno e verso le due di notte il corpo di Tenco viene ritrovato senza vita nella sua camera. Chiusa questa parte cronologica il libro presenta delle vere curiosità del “piccolo Luigi”, mostrando il quaderno dei temi scolastici del 1946-1947 e in uno di questi l’artista rivela che la persona che ama di più è la mamma Teresa. Altri temi parlano dei compagni di gioco, di una gita in montagna, di come ha trascorso le feste natalizie. Dal 1953 al 1954 un altro quaderno mostra i diari giovanili e già si parla della Jelly Roll Boys Jazz Band dove militava anche Bruno Lauzi al banjo.

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Di assoluto interesse le lettere alla madre e arriviamo alla quarta parte con il periodo Ricordi (1960-1963), quindi la parte Saar (1964-1965) fino all’arrivo alla RCA, ritagli dai giornali per il tour in Argentina (dicembre 1965) e infine l’epilogo del Festival con rassegna stampa, dichiarazioni postume e tantissimo altro.”

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