Nel cuore di Roma, nell’area del Parco archeologico del Colosseo, è stata scoperta una nuova domus di età tardo-repubblicana. La struttura, che si sviluppa su più piani e si articola a terrazze, è databile tra la seconda metà del II secolo a.C. e la fine del I secolo a.C..
La scoperta di questa domus rappresenta un importante risultato per il Parco e per il Ministero della Cultura. Il mosaico rinvenuto, in particolare, è un’opera di grande valore artistico e storico. La domus è stata costruita in un periodo di grande prosperità per Roma, durante il quale la città si stava affermando come potenza mondiale; la ricchezza e il raffinato gusto del proprietario della domus testimoniano infatti il benessere della classe sociale d’appartenenza.
L’ambiente principale della domus è lo specus aestivus, una sala per banchetti che imita una grotta. In questo ambiente è stato rinvenuto un straordinario rivestimento parietale in mosaico cosiddetto “rustico”, che è privo di confronti per complessità delle scene raffigurate e per cronologia.
Il mosaico, datato intorno agli ultimi decenni del II secolo a.C., presenta una sequenza complessa di scene figurate. Si tratta di un’opera realizzata con una tecnica particolare, che prevede l’utilizzo di diversi materiali, tra cui conchiglie, tessere di blu egizio, preziosi vetri, scaglie minute di marmo bianco o di altri tipi di pietre, tartari (ovvero frammenti di travertino spugnoso) e cretoni di pozzolana legati da malta e orditi.
Nelle quattro edicole decorate con vasi da cui fuoriescono tralci di foglie di loto e di vite, sono raffigurate una catasta di armi con trombe di tipo celtico, che potrebbero alludere a una vittoria militare terrestre; una prua di nave con tridente, che potrebbe alludere a una vittoria militare navale e infine un timone con triremi, che potrebbe alludere alla potenza navale di Roma.
La grande lunetta soprastante presenta, inoltre, un’affascinante raffigurazione di un paesaggio con al centro una città con scogliera simulata con i tartari di travertino, affacciata sul mare solcato da tre grandi navi, di cui una con vele sollevate. Una cinta muraria con piccole torri circonda la città dotata di portici e di un grande edificio pubblico. Su uno dei lati una scena pastorale: questa rappresentazione potrebbe alludere a una conquista bellica da parte del proprietario della domus, appartenente a un personaggio aristocratico, presumibilmente di rango senatorio.
Il Direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo ha commentato: “Si tratta di un importante risultato che ripaga un lungo lavoro di studio e di ricerca e che rientra in uno degli obiettivi prioritari del Parco, quello della conoscenza e della sua diffusione. Lo scavo archeologico si concluderà nei primi mesi del 2024 e successivamente lavoreremo intensamente per rendere al più presto accessibile al pubblico questo luogo, tra i più suggestivi di Roma antica”.
“La scoperta di una nuova domus con un ambiente decorato da un mosaico davvero straordinario rappresenta un risultato importante che dimostra, ancora una volta, quanto il Parco archeologico del Colosseo e il Ministero della Cultura siano costantemente impegnati nel promuovere la ricerca, la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale” ha dichiarto il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
“Il rinvenimento ha poi un importante valore scientifico- ha aggiunto Sangiuliano -che rende la domus ancor più rilevante. Dopo la riapertura della Domus Tiberiana e il miglioramento dell’accessibilità dell’Anfiteatro Flavio, con l’inaugurazione dell’ascensore che ora arriva al terzo ordine, il cuore della romanità ha disvelato quindi un autentico tesoro, che sarà nostra cura salvaguardare e rendere fruibile al pubblico”.
Argomenti: Roma