Benigni esalta la Costituzione, parla dell'articolo 21 e ricorda le infamie del fascismo
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Benigni esalta la Costituzione, parla dell'articolo 21 e ricorda le infamie del fascismo

All'inizio del Festival la parola a Roberto Benigni che dopo aver omaggiato Mattarella ha fatto un monologo sulla Costituzione, ha ricordato l'articolo 21 e il bavaglio del regime fascista

Benigni esalta la Costituzione, parla dell'articolo 21 e ricorda le infamie del fascismo
Roberto Benigni
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7 Febbraio 2023 - 21.46


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Un discorso sulla libertà di pensiero e di opinione con molti riferimenti al fascismo e alla tirannide di Mussolini e dei suoi scherani che misero il bavaglio ad un paese intero.

Articolo 21 della Costituzione

«L’articolo 21 è della Costituzione è il mio preferito e il più importante: il pilastro di tutte le libertà dell’uomo». Roberto Benigni per il suo monologo in apertura al festival di Sanremo sceglie l’articolo sulla libertà di espressione. Nello specifico la Costituzione recita: «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero».

 «Un linguaggio semplice che sembra scritto da un bambino, di una forza e bellezza che si rimane stupiti. Ma se l’hanno scritto ce ne era bisogno – dice il comico -. Perché durante il ventennio non si poteva pensare liberamente. L’articolo 21 ci ha liberati dall’obbligo di avere paura».

«In Paesi molto vicini a noi gli oppositori vengono carcerati e incatenati, solo perché mostrano il volto o i capelli, o perché ballano e cantano. Quanto è meraviglioso e straordinario che in Italia tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero. Ce lo dobbiamo ricordare. La cosa migliore per il futuro è ricordarsi di avere il passato bene presente».

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Il riferimento al padre di Mattarella

 «Tra i nostri padri costituenti c’era Bernardo Mattarella che è il padre del presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, possiamo dire che la Costituzione è sua sorella». Roberto Benigni si è rivolto così dal palco dell’Ariston al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Le ironie su Amadeus al quarto mandato

Sono davvero felice di essere qua, qui è tutto nuovo, anche l’Ariston, sembra uscito dalla fabbrica ora. C’è il presidente della Repubblica, una grande novità. Il conduttore, una grande novità…». È l’esordio di Roberto Benigni sul palco dell’Ariston.

«Presidente, mi rivolgo a lei. Le faccio notare che lei è al secondo mandato, Amadeus al quarto e ha già prenotato il quinto. Ora mi dico lei: è costituzionale? Attenzione: già penso al sesto, al settimo. Vuole arrivare a quota cento. Presidente bisogna fermarlo, è veramente un colpo di stato, si è montato la testa, vuole pieni poteri, sta organizzando la marcia su Sanremo. Bisogna stare attenti, si vuole prendere tutto, è una dittatura. Bisogna fermarlo», continua l’attore rivolgendosi al presidente Mattarella ironizzando sulle tante conduzioni di Amadeus. Poi, dopo avere ringraziato il conduttore, torna all’ironia sulla durata delle serate.

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«Ma glielo hai detto quanto dura? Presidente, se lei se ne vuole vedere metà, alle 3 di notte se ne può andare».

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