Ritrovato l'autografo di una lettera di Guicciardini a Machiavelli
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Ritrovato l'autografo di una lettera di Guicciardini a Machiavelli

La missiva era sparita dalla circolazione a seguito dell'acquisizione da parte di un privato nel 1863

Ritrovato l'autografo di una lettera di Guicciardini a Machiavelli
Francesco Guicciardini
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redazione Modifica articolo

18 Giugno 2022 - 10.36 Culture


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Alla Bibliothèque Nationale de France di Parigi è stata ritrovato l’autografo di una lettera, in più parti inedita, scritta per mano di Guicciardini a Machiavelli. La scoperta è stata opera del prof. Marcello Simonetta, che l’ha inserita nella nuova edizione del suo libro “Francesco Guicciardini, tra autobiografia e storia” edito da Ronzani Editore.

La lettera, datata 7 agosto 1525 e per causa di copie imperfette finora nota solo parzialmente, è importante per l’analisi della visione guicciardiniana della storia, riportando la celebre frase, riferita alla difficile condizione storica dell’epoca, “ambuliamo in tenebris”, che mai come ora risulta perfettamente attuale. La pessimistica citazione si riferisce infatti alla difficile condizione umana che deriva dai momenti di guerra e incertezza, qualificandosi come un monito senza tempo.

Il ritrovamento di Simonetta – senior scholar del Medici Archive Project a Firenze, curatore dell’edizione nazionale delle Lettere di Machiavelli e autore di numerosi libri – permette di colmare le plurime lacune dei due apografi noti – l’Apografo Ricci e il Vat. lat. 6528 – consentendo di affermare con sicurezza che il corpo centrale della missiva riguardi la tenuta di Finocchieto, visitata da Niccolò per conto dell’amico pochi giorni prima. Da sottolineare che, vent’anni fa, sempre Simonetta ritrovò la missiva machiavelliana, datata 3 agosto 1525, da considerarsi come una beffa allegorica di Finocchietto verso il cattivo governo.

L’autografo, ritrovato dopo essere sparito dalla circolazione, è ora conservato nelle Nouvelles Acquisitions Françaises della Bibliothèque Nationale de France, num. 1470, terzo volume della Recueil de lettres, quittances et pièces diverses, la plupart des XVIe et XVIIe siècles, formé par le Dr. Payen. Quest’ultimo, un medico ed erudita francese, probabilmente acquistò l’autografo in questione assieme ad altri della collezione Succi in occasione dell’asta parigina del 10 aprile 1863. Da sottolineare, sempre all’interno del libro di Simonetta, la riflessione che ruota attorno all’Accusatoria, un testo poco conosciuto ma indubbiamente originale, in cui Guicciardini immagina di essere messo alla berlina da un magistrato repubblicano. Come sottolineato dall’editore: “Di solito viene trattato dagli studiosi come un mero esercizio retorico, ma Simonetta dimostra che i capi d’accusa sono tutti veri e incontrovertibili. E formula dunque contro Guicciardini l’accusa di praticare una forma di autobiografia travestita da storiografia, o un’auto-giustificazione obliqua del proprio operato. Un’accusa non del tutto infondata, come si nota riflettendo sul ruolo ambiguo di attore, e non solo di spettatore, che egli ebbe a giocare nel più drammatico frangente della storia italiana, dal 1494 al 1527 (col Sacco di Roma, di cui fu personalmente responsabile)”.

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