Tra fantasie letterarie, incubo e realtà: "Il Presidente di Luna Nera" e quel che sta accadendo in Ucraina
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Tra fantasie letterarie, incubo e realtà: "Il Presidente di Luna Nera" e quel che sta accadendo in Ucraina

Una grande potenza umiliata dai vincitori delle guerre precedenti in cerca di riscatto. La potenza dominante che invece di promuovere la pace e la cooperazione fra tutti i popoli fa il gendarme del mondo e...

Tra fantasie letterarie, incubo e realtà: "Il Presidente di Luna Nera" e quel che sta accadendo in Ucraina
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Claudio Visani Modifica articolo

2 Marzo 2022 - 16.18


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Vorremmo che fosse solo un incubo invece è la realtà. Dopo due durissimi anni di pandemia (sei milioni di morti nel mondo, centocinquantamila in Italia) ci eravamo illusi di vedere la luce in fondo al tunnel, invece in quel tunnel c’era il treno della guerra che ci veniva addosso. Un treno lugubre, spaventoso, carico degli orrori del secolo scorso. E anche con le stesse dinamiche geopolitiche. Una grande potenza umiliata dai vincitori delle guerre precedenti in cerca di riscatto. La potenza dominante che invece di promuovere la pace e la cooperazione fra tutti i popoli fa il gendarme del mondo e stringe il cappio al collo del nemico. Un dittatore dalle mire imperiali che riarma e invade brutalmente un altro paese rivendicando la propria superiorità. Carriarmati, bombardamenti sulle città, civili ammassati nei rifugi, centinaia di migliaia di sfollati, distruzione, morte, l’uso di nuove terribili armi, il pericolo del primo e forse ultimo conflitto nucleare. 

Dopo Hitler e la caduta del Muro ci eravamo illusi di essere arrivati alla “fine della storia” e invece siamo tornati alla storia di ottanta anni fa. O, per meglio dire, alla storia di sempre. Quella che mi ero immaginato scrivendo “Il Presidente di Luna Nera” (#ilpresidentedilunanera)  pensando che rimanesse nelle fantasie dello scrittore e nelle pagine del romanzo, non che diventasse realtà. Ripensandoci e osservando quel che sta succedendo in questi giorni terribili, mi vengono i brividi. Ve ne ripropongo alcuni passaggi.   

“Il mondo negli anni in cui il nonno diventò premier era attraversato da profonde trasformazioni e da molte inquietudini. I popoli e i loro governi sembravano aver dimenticato gli orrori del secolo precedente, la lezione terribile delle due guerre. Il lungo periodo di pace e prosperità che ne era seguito, in Occidente, stava volgendo al termine. Il capitalismo mostrò tutte le sue contraddizioni. Le grandi potenze tornarono a esibire i muscoli nella corsa agli armamenti e per il dominio dello Spazio, si combatterono per la leadership nei commerci, sulla finanza, la tecnologia, i sistemi di comunicazione e di intelligence….”.

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“Poi accadde l’imponderabile. Un’epidemia partita dalla Cina si diffuse rapidamente prima in Asia e in Europa, poi nelle Americhe e infine in Africa. Una pandemia terribile, peggiore di tutte quelle che si erano succedute nei secoli precedenti, con milioni di morti. Il mondo si trovò a vivere un tempo sospeso. L’Occidente del benessere, del consumismo sfrenato, dei ritmi di vita folli, delle scoperte avveniristiche si scoprì improvvisamente fragile e indifeso di fronte al virus, senza le conoscenze e le tecnologie necessarie per sconfiggerlo. Alcuni media accusarono la Cina di aver costruito il virus in laboratorio. Altri ipotizzarono un accordo segreto tra le grandi potenze per colpire selettivamente con la malattia la popolazione più anziana, con l’obiettivo di alleggerire il peso ormai insostenibile del welfare e di sfoltire l’umanità non più utile alla produzione e al business. I paesi produttori di vaccini e le loro big farm alimentarono la guerra fredda tra Stati Uniti, Cina e Russia. Ma in gioco non c’era solo il predominio nel mercato sanitario. Il conflitto si allargò, diventò sfida globale per la supremazia nelle reti digitali di quinta generazione, negli armamenti iper tecnologici, per il controllo dello spazio e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. I precedenti e precari equilibri furono messi in discussione, il mondo uscì fortemente destabilizzato ed enormemente impoverito dall’emergenza. La crisi nella crisi fece implodere le economie capitalistiche e sconvolse la geopolitica. In tutto l’Occidente spirava sempre più forte il vento nazionalista…”. 

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“Siamo sull’orlo di una nuova guerra mondiale. Anzi, siamo già in guerra. Anche se i nemici che si fronteggiano per ora hanno armato la propaganda, le Borse, i server e non ancora i missili. Con le armi vere stanno facendo le prove. In Palestina, Medio Oriente, Africa. Quando saranno finite toccherà alle grandi potenze sfidarsi direttamente. Si può evitare il disastro finale? Toccherebbe alla politica farlo, se non fosse stata comprata come una merce. I governi negli ultimi decenni – di destra e di sinistra, democratici e sovranisti – non sono riusciti a fermare questa spirale perversa. Le classi dirigenti sono state cieche e sorde, incapaci di capire cosa stava davvero accadendo. Siamo stati tutti ostaggio e succubi del potere oscuro che tira i fili dell’economia e della grande finanza, che domina la tecnologia, la scienza, i giganti del web. Siamo stati gli utili idioti di chi ha interesse a far scoppiare un altro conflitto mondiale – e ormai manca solo chi accende la miccia – per sfoltire il mondo di qualche miliardo di umani, creare nuovi bisogni e tornare a far soldi generando nuovo potere sulle macerie dell’umanità….”. 

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“Queensland, 2053. Il nonno aveva visto giusto. Non siano arrivati a commemorare il centenario. Nell’autunno del 2039 è scoppiato il terzo conflitto planetario. A pezzetti, come l’aveva immaginato e descritto il Pontefice vent’anni prima. Ma a pezzi simultanei, in diverse aree del mondo. E con l’uso delle atomiche. L’illusione che gli orrori della seconda guerra mondiale avessero segnato la “fine della storia” e instaurato la pace perenne, è durata meno di un secolo. Il mondo reale ha preso un’altra direzione. La storia di sempre. Difficile spiegare perché è accaduto di nuovo. Bisognerebbe ricorrere alla psicoanalisi della bestia umana che non riesce a vivere senza ammazzare, come cantava Francesco Guccini. Più volgarmente si può spiegare con tre parole: economia, soldi, potere. C’è stata una lunga marcia di avvicinamento. Prima la pandemia che ha sconvolto e impoverito il mondo, alimentando i conflitti. Poi l’implosione del vecchio ordine capitalistico dominato dagli Stati Uniti, minato dalla crisi economica dell’Occidente e dalla contemporanea irresistibile ascesa della Cina del capitalismo comunista, l’ossimoro del secolo… Con l’Organizzazione delle Nazioni Unite nelle vesti di spettatrice inerme, è dilagata prima la nuova guerra fredda poi è esplosa quella calda. Le chiavi sono state due. La strategia americana mirata a stroncare l’egemonia economica e le ambizioni espansionistiche della Cina. Le rinate velleità imperiali della Russia e della Turchia”.

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