Immenso Salgado: prosegue fino al 25 aprile la mostra al Maxxi per salvare l’Amazzonia e le popolazioni indigene

Dopo il progetto Genesi, dedicato alle regioni più remote del pianeta per testimoniarne la maestosa bellezza, Salgado ha intrapreso una nuova serie di viaggi per catturare l'incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica

Immenso Salgado: prosegue fino al 25 aprile la mostra al Maxxi per salvare l’Amazzonia e le popolazioni indigene
Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 © Sebastião Salgado/Contrasto
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4 Febbraio 2022 - 16.58 Giornale dello Spettacolo


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di Giordano Casiraghi

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È un impegno senza sosta quello di Sebastiao Salgado per salvare gli indigeni che ancora popolano l’Amazzonia, il polmone del mondo che è afflitto dall’ingordigia dei profitti. Con l’arrivo della pandemia aveva lanciato un appello Salgado, perché il rischio di sterminare intere popolazioni della foresta fosse preso sul serio dal governo brasiliano.

Azioni concrete nel suo percorso e, per sensibilizzare la maggior parte delle persone, Salgado porta i suoi magnifici scatti fotografici e suoi reportage in giro per il mondo. È così che la mostra al Maxxi di Roma viene prorogata fino al 25 aprile dato il successo straordinario, con record assoluto di visitatori: oltre 100.000 visitatori dal 1 ottobre 2021 al 31 gennaio 2022. Prodotta dal MAXXI in collaborazione con Contrasto, la mostra è curata da Lélia Wanick Salgado, compagna di viaggio e di vita del grande fotografo. Oltre 200 immagini e un’immersione totale nella foresta amazzonica per riflettere sulla necessità di proteggerla.

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Dopo il progetto Genesi, dedicato alle regioni più remote del pianeta per testimoniarne la maestosa bellezza, Salgado ha intrapreso una nuova serie di viaggi per catturare l’incredibile ricchezza e varietà della foresta amazzonica brasiliana e i modi di vita dei suoi popoli, stabilendosi nei loro villaggi per settimane e fotografando i diversi gruppi etnici. La foresta dell’Amazzonia occupa infatti un terzo del continente sudamericano, un’area più estesa dell’intera Unione Europea. Questo progetto è durato sei anni durante i quali il Maestro ha fotografato la foresta, i fiumi, le montagne e le persone che vi abitano, registrando l’immensa potenza della natura di quei luoghi e cogliendone, allo stesso tempo, la fragilità.

Così Sebastião Salgado: “Questa mostra è il frutto di sette anni di vissuto umano e di spedizioni fotografiche compiute via terra, acqua e aria. Sin dal momento della sua ideazione, con Amazônia volevo ricreare un ambiente in cui il visitatore si sentisse avvolto dalla foresta e potesse immergersi sia nella sua vegetazione rigogliosa sia nella quotidianità delle popolazioni native. Queste immagini vogliono essere la testimonianza di ciò che resta di questo patrimonio immenso, che rischia di scomparire. Affinché la vita e la natura possano sottrarsi a ulteriori episodi di distruzione e depredazione, spetta a ogni singolo essere umano del pianeta prendere parte alla sua tutela”.

La mostra è divisa in due parti. Nella prima le fotografie sono organizzate per ambientazionepaesaggistica, con le sezioni che vanno dalla Panoramica della foresta in cuisi presenta al visitatore l’Amazzonia vista dall’alto, a I fiumi volanti, una delle caratteristiche più straordinarie e allo stesso tempo meno conosciute della foresta pluviale, ovvero la grande quantità d’acqua che si innalza verso

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l’atmosfera. Tutta la forza, a volte devastante, delle piogge è raccontata in Tempeste tropicali, mentre Montagne presenta i rilievi montuosi che definiscono la vita del bacino amazzonico. Si prosegue con la sezione La foresta, un tempo definita “Inferno Verde”, oggi da vedere come uno straordinario tesoro della natura, per finire con Isole nel fiume, l’arcipelago che emerge dalle acque del Rio Negro.

La seconda parte è dedicata alle diverse popolazioni indigene immortalate da Salgado nei suoi numerosi viaggi, come gli Awá-Guajá, che contano solo 450 membri e sono considerati la tribù più

minacciata del pianeta, agli Yawanawá, che, sul punto di sparire, hanno ripreso il controllo delle proprie terre e la diffusione della loro cultura, prosperando, fino ai Korubo, fra le tribù con meno contatti esterni: proprio la spedizione di Salgado nel 2017 è stata la prima occasione in cui un team di documentaristi e giornalisti ha trascorso del tempo con loro.

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Oltre alle immagini, poste a diverse altezze e presentate in diversi formati, la mostra si sviluppa in spazi che ricordano le “ocas”, tipiche abitazioni indigene, evocando in modo vivido i piccoli e isolati insediamenti umani nel cuore della giungla.

La visita è accompagnata da una traccia audio composta appositamente per la mostra da Jean-Michel Jarre e ispirata ai suoni autentici della foresta, come il fruscio degli alberi, i versi degli animali, il canto degli uccelli o il fragore dell’acqua che cade a picco dalle montagne.

Sono parte integrante dell’esposizione due sale di proiezione dedicate a due temi differenti: in una è mostrato il paesaggio boschivo, le cui immagini scorrono accompagnate dal suono del poema sinfonico Erosão, opera del compositore brasiliano Heitor Villa-Lobos (1887-1959); nell’altra sono esposti alcuni ritratti di donne e uomini indigeni con in sottofondo una musica appositamente composta dal musicista brasiliano Rodolfo Stroeter. Nell’insieme, la visita di Amazônia vuole trasmettere, almeno in parte, quell’alone di magia che permea la regione amazzonica e le sue popolazioni native, per offrire ai visitatori un’esperienza intima e profonda capace di accompagnarli anche fuori dalla mostra.

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Biglietti:

Solo mostraAmazônia : Intero € 12,00 | Ridotto € 10,00

MostraAmazônia  + Museo MAXXI: Intero € 22,00 | Ridotto € 20,00

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Solo Museo MAXXI: Intero € 12,00 | Ridotto € 9,00

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