Qual era il vero volto di Vivaldi, "Il prete rosso"
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Qual era il vero volto di Vivaldi, "Il prete rosso"

Federico Maria Sardelli, direttore d'orchestra e compositore, presenta nell'ateneo senese il suo ultimo lavoro sul musicista veneziano. Una profonda e approfondita traccia per comprendere i compositori del passato

Qual era il vero volto di Vivaldi, "Il prete rosso"
In foto Federico Maria Sardelli ph Michele Monasta
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27 Giugno 2023 - 22.21


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di Manuela Ballo



Federico Maria Sardelli, uno dei più apprezzati direttori d’orchestra e poliedrico  esponente dell’arte italiana, ha scritto un libro “Il volto di Vivaldi” (La nuova diagonale, 300 pagine, 24 euro).

Quella di Federico Maria Sardelli per Antonio Vivaldi è una vera e propria passione. Ne conosce ogni pagina, ogni piega e, forse, ogni nota. Già nel 2015 aveva pubblicato, per i tipi di Sellerio, un romanzo storico, L’affare Vivaldi, nel quale ricostruiva il destino del grande compositore, sia negli anni del pieno successo che in quelli dell’oblio. Ora il direttore d’orchestra nonché profondo conoscitore d’ogni pagina vivaldiana  torna con questa  nuova opera, una sorta  di “investigazione critica e curiosa sul vero volto del grande musicista”.

Che faccia avevano i compositori del passato? Godere della loro musica appaga, ma resta la forte curiosità di incontrarli di persona e saldare a un certo volto tutto l’insieme di conoscenze, percezioni, sensazioni che ci provengono dalla fruizione delle loro opere. 

“L’attenzione verso l’iconografia vivaldiana – scrive Giulia Giovani nella nota che presenta l’evento-  è recente quanto la riscoperta di questo compositore, dimenticato per quasi duecent’anni e riemerso all’attenzione del pubblico e degli studiosi solo nel primo Novecento. Ma se della sua produzione musicale e della sua biografia si ha oggi un quadro piuttosto chiaro, l’iconografia rimane ancora trascurata e sbilanciata sempre verso l’aspetto musicologico. A colmare questo vuoto si inserisce Sardelli discutendo tutti i ritratti di Vivaldi, da quelli autentici, a quelli incerti, gli inverosimili o i falsi. Lo studioso mette in guardia dalle incrostazioni ideologiche che si sono sovrapposte alle immagini e che hanno portato lontano dal senso originario di quelle opere, e si interroga sui ritrattisti, sulla loro attendibilità, sulle tecniche di pittura utilizzate, su una lettura di questi reperti contestualizzata nel loro momento storico”.

Federico Maria Sardelli è livornese e lo dimostra con il suo modo di vivere e intendere la musica e l’arte. Se da un lato  è  un autorevole membro del comitato scientifico dell’Istituto italiano Antonio Vivaldi e responsabile del Catalogo Vivaldiano; se è direttore d’orchestra e flautista, con prime incisioni ed esecuzioni mondiali tra cui riscoperte e attribuzioni di opere vivaldiane; se ha scomposto ” La musica per flauto di Antonio Vivaldi” (2002)  non si può tacere il suo essere fumettista sagace, incisore, autore satirico e anche collaboratore de «Il Vernacoliere» fin dall’età di 12 anni.

Tra le serie di fumetti più celebri ricordiamo Trippa, il Bibliotecario, il Paglianti, Omar, Circo, il Mago Afono e Clem Momigliano, raccolti nel volume Paperi in Fiamme. La sua attività satirica spazia dal fumetto alla parodia letteraria [Il Libro Cuore (forse)], alla poesia, raccolta nei volumi Proesie I e II. Non a caso nel 2009 ha ricevuto il Gonfalone d’Argento del Consiglio regionale della Toscana per «l’eclettismo artistico e lo spessore culturale evidenti».

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