Un paese che ogni giorno che passa sta facendo passi indietro nella ricerca dei diritti umani e della democrazia.
Lo scrittore turco parla della situazione nel suo paese, che si è aggravata con l’arrivo della pandemia: “Il governo della Turchia ha usato la pandemia di coronavirus per una stretta più forte”.
Il Premio Nobel per la Letteratura, autore di ‘Veba Geceleri’ (Le notti della peste) aggiunge: “Come sappiamo, qui non c’è libertà di espressione, se non per pochi – dice – I giornalisti sono messi in prigione facilmente, molti di loro sono miei amici”.
Pamuk giudica il ritiro dalla Convenzione di Istanbul come un “passo indietro molto grave, l’ultimo nei confronti delle donne, e del tutto repressivo per loro che si sentono più insicure nelle loro case, dove possono essere picchiate, insultate, terrorizzate dai loro mariti”.
“Il governo turco era stato addirittura il primo a firmarla – osserva – Oggi però fa una giravolta imbarazzante, senza vergogna: non difendiamo le donne. E nega quanto ha siglato, tradendo le idee di libertà”.
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