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Più di Sofia Loren, più di Gina Lollobrigida, Elsa Martinelli rappresenta per me l’ambasciatrice della bellezza italiana a Hollywood.
Elsa Martinelli ha indubbiamente avuto una carriera meno importante della Loren, ma la lista dei divi di Hollywood che hanno perso la testa per lei è impressionante: John Wayne, Robert Mitchum, Gary Cooper, Orson Welles, Frank Sinatra, per citare solo quelli che riesco a ricordare nel giro di appena trenta secondi.
Come le altre, Elsa Martinelli era una bellezza autentica ma non ruspante. Aveva imparato subito a muoversi con una classe che pareva innata, ma amava esprimersi nel tipico romanesco del cinematografo pur essendo nata a Grosseto.
Dico senza indugi che Elsa Martinelli era più bella delle altre perché quando l’ho conosciuta e frequentata aveva già quasi ottant’anni.
L’ho incontrata a cena al mare, in Tunisia, e già al primo impatto sono rimasto senza fiato. Portava a un vestitino molto corto proibito anche a molte ventenni di oggi, lo portava in modo leggiadro, e non mostrava ma lasciava guardare senza prodursi in malizie un paio di gambe tra le più belle e le più snelle che si siano mai viste. In costume, sulla spiaggia, ti sentivi obbligato a guardarla in qualunque modo tu fossi stato educato.
Una sera, pur essendo astemio e sottobraccio alla mia compagna, mi uscì di bocca una frase che non avrei mai pensato di pronunciare: “È impressionante quanto sei desiderabile”. Per fortuna, non ho aggiunto ancora.
Non fece alcuno scandalo. La mia compagna mi guardò come per dire “mi hai tolto le parole di bocca”.
Elsa Martinelli secondo me era la più bella di tutte per un motivo molto semplice. Rappresentava una bellezza indiscutibilmente italiana ma totalmente priva delle tipiche caratteristiche della bellezza italiana. Magra, quasi anoressica per i canoni dell’epoca, seno piccolo di quelli che stanno nella famosa coppa di champagne, e gambe lunghe come una giornata senza pane.
Per come la vedo io, Elsa Martinelli ha attraversato poco meno di un secolo come una gazzella proveniente dal mondo di Avatar, imprendibile, irraggiungibile.
È diventata, almeno per me, un sogno erotico alle soglie degli ottant’anni.
Di conseguenza, almeno per me, non morirà. Stanotte o un’altra notte la sognerò.