La giustizia per i barbaricini ( detti e barzellette sui carabinieri)
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La giustizia per i barbaricini ( detti e barzellette sui carabinieri)

Detti, espressioni tipiche e barzellette sui carabinieri. [Valeria Gentile]<br>

La giustizia per i barbaricini ( detti e barzellette sui carabinieri)
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28 Febbraio 2013 - 19.46


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di Valeria Gentile

I carabinieri, si sa, sono un po’ ovunque sbeffeggiati e derisi. Ma qui in Barbagia abbiamo una concezione particolare della giustizia e del ruolo delle forze dell’ordine. Tra questi luoghi misteriosi e antichi puoi sentire molto spesso espressioni come: “si deus cheret e sos carabineris lu permittin, se dio vuole e i carabinieri lo permettono, esprimendo l’intenzione di un’azione futura, mai libera da vincoli sociali forti. No b’at presse, no nos sun currende sos carabineris in fatu, non c’è fretta, non abbiamo i carabinieri appresso, è un altro modo ricorrente per dare un ritmo lento al vivere quotidiano, senza angosce.

Capita alle persone, quando indossano a lungo gli stessi indumenti, di sentirsi chiedere ite bi cheren carabineris pro ti los bocare? Ti ci vogliono i carabinieri per farteli togliere? Oppure, di fronte al disordine totale, espressione tipica è eh ite bat colau sa zustissia? Cosa si è abbattuto in questo luogo, per caso la giustizia? E la giustizia, da queste parti, sono sempre i carabinieri. Arrazza ‘e assustru, pariat toccu de zustissia! Che razza di spavento, sembrava il bussare dei carabinieri! – dopo una scampanellata o un forte tocco alla porta.

E chie nd’ischiat chi su maressallu haiat binza? è invece una frase gergale che si usa a Nuoro quando si viene a sapere qualcosa di cui non si era a conoscenza: e chi sapeva che il maresciallo avesse una vigna? Poiché in genere i carabinieri erano [url”istranzos”]http://cagliari.globalist.it/Detail_News_Display?ID=48667&typeb=0&Caro-Istranzu-ti-scrivo[/url] o discendenti di famiglie niente affatto possidenti.

Nella memoria delle ultime generazioni di barbaricini, qualche nonna accusava scherzosamente: ses tontu che sa merd’e is carabineris, sei tonto come la cacca dei carabinieri. Per sancire un’unione o un patto si diceva né deus né sos carabineris, cioè né Dio né le forze dell’ordine potranno mai sciogliere questo nostro contratto verbale. Paret unu caddu ‘e rennu, sembra un cavallo del regno – cioè sempre dei carabinieri – viene esclamato in presenza di un essere grasso e particolarmente in salute. Famosi poi questi versi del grande poeta Peppinu Mereu nella poesia “A Nanni Sulis (II) ” […] Deo no isco, sos carabineris in logu nostru prit’est chi bi sune […] io non mi spiego come mai qui da noi ci siano i carabinieri… come per dubitare fortemente della loro utilità all’interno della società barbaricina.

Ite andas a sa sola? No, mi picco sos carabineris in fatu. Dove vai tutto solo? No, mi porto appresso i carabinieri. Ai tempi delle nostre nonne nuoresi il “coprifuoco” scattava all’imbrunire. Al minimo ritardo delle figlie, le madri si incamminavano sino a “Sa Grassia noba”, la chiesa de Le Grazie, per andare loro incontro. Ogniqualvolta le trovavano accompagnate da qualche ragazzo che pronunciava timide frasi come bì zia Badò las fimus accumpanzande (eccoci signora Salvatorica, le stavamo giusto accompagnando) la risposta era sempre la stessa: facheti accumpanzare dae sos carabineris, fatti accompagnare dai carabinieri!

E poi, mai manchino, frastimos e irrocos, le maledizioni che fungevano da veri e propri strumenti di controllo verbale. Sa zustissia t’incantete! Iscia ti brujete! Mancu ti tenzan sos carabinerisi! Che la giustizia ti incanti! Che la giustizia ti bruci! Che ti portino via i carabinieri!
Anche nel Logudoro e in Trexenta si usa dire molto spesso: ‘iscia ti pessighit, ‘iscia ti currat, ‘iscia ti cogliat: che la giustizia ti perseguiti, ti rincorra, ti colga.

Per chiudere in bellezza, una barzelletta barbaricina.
A Orune carabiniere bussa violentemente alla porta.

Chi è?

Sa forza.

E tando ispinghe!

Grazie per le testimonianze a Giovanna Casagrande, Paolo Francesco Berria, Gianni Mureddu, Giannicola Piras, Maurizio Caddori, Lucia Porcu, Ivo Carboni, Rosaria Secchi, Eleonora De Serra.

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