E’ uscito in Italia “Cinquanta sfumature di rosso”, il terzo libro della tanto chiacchierata trilogia di E.L. James. Ormai tutti sappiamo che Cinquanta sfumature di grigio, il primo volume, è diventato un caso letterario. Il contenuto è il solito sesso, che tira, si sa, ma se a parlarne è una donna che parla di donne, allora la notizia si fa più succosa. In passato abbiamo già conosciuto casi di letteratura erotica al femminile, come i racconti di Anais Nin o Histoire d’O di Pauline Réage, eppure, adesso come allora, la pubblicazione di questo genere desta scalpore.
Le differenze nei romanzi di E.L. James sono numerose. La prima risiede nello sdoganamento del linguaggio erotico, che tende al pornografico, se si può parlare di pornografia in letteratura. La sensazione è di una ripresa in soggettiva da dentro la vagina. Gli atti sessuali sono spiegati minuziosamente, ma essendo donna l’autrice, il dettaglio non è solo anatomico, ma anche emotivo e soprattutto cerebrale. Il tutto è condito dal controverso tema del sadomasochismo, anch’esso sviscerato e quasi spiegato in modo scolastico.
I protagonisti, dominatore e sottomessa, svelano cosa c’è dietro il tabù del sesso violento. Importante poi è il luogo di nascita, cioè la Rete dove Erika Leonard (in arte E.L. James), che è al suo esordio letterario, trova spazio e ispirazione. Autrice televisiva, è una signora inglese di 48 anni, con marito e figli, che viene descritta come una specie di casalinga disperata, appassionata di Twilight.
Per questi aspetti le critiche sono state feroci. Ciononostante, le vendite sono state stratosferiche. Il primo volume vende 20 milioni di copie nelle prime dieci settimane. Primo in classifica su New York Times, Sundey Times, Amazon.com. Uscito in Italia il 26 giugno 2012 è già al top, così come i successivi due volumi. Tra le varie classifiche, spicca quella delle vendite di e-book, che vuole la trilogia sempre ai primi posti.
Il motivo del successo del formato per tablet risiede sia nella possibilità di nascondere il titolo (pare che molte donne se ne vergognino) sia perché il concepimento del primo romanzo è avvenuto in Rete, dove risiede il bacino di utenza più sensibile al consumo di e-book. Cinquanta sfumature di grigio nasce nel mondo della fanfiction, cioè il luogo virtuale dove si ritrovano gli appassionati di un libro (ma anche film o serie TV) per dare continuità alle storie dei personaggi. Vengono generati una sorta di spin-off, come per esempio i racconti di Draco e Ermione, personaggi di Harry Potter.
E.L. James, nella fanfiction di Twilight, ha dato vita a Cinquanta sfumature di grigio, prendendo ispirazione da personaggi, ambientazioni e trama e rielaborandone una versione propria, più o meno originale. Il livello letterario dei prodotti delle fanfiction sono generalmente bassi, la fruizione è relegata per lo più agli utenti, vige la regola del copyleft e gli autori si firmano con pseudonimi. Tutto ciò è talmente distante dall’idea consueta di romanzo e di scrittore, che ovviamente non è bastato il contenuto osé a far scattare dubbi e polemiche sul valore artistico del lavoro di E.L. James.
Andrebbe invece analizzata e studiata bene questa fucina di idee, perché sarà il nostro prossimo futuro. Con l’esperimento delle fanfiction si capovolge l’atteggiamento del lettore, che interagisce con la produzione artistica, più che con l’autore, come fanno alcuni fan. L’opera letteraria, una volta stimolato il lettore, attraverso questa piattaforma, permette di dare continuità creativa. Ottimo risultato, soprattutto quando si tratta di un pubblico giovane, tendenzialmente annichilito dalla televisione. C’è da dire che tutto ciò si iscrive nella generalizzazione e nella mancanza di specializzazione che rappresentano proprio la nostra epoca, sempre più lontana dai mestieri e dal concetto greco di techné. Numerosi sono, quindi, gli effetti collaterali.
La genesi del libro non è stata del tutto compresa, ma di certo ha influito nel dare un giudizio negativo sul piano tecnico e artistico del lavoro. Posizioni critiche sono state espresse a tal punto che alcune librerie della Florida si sono rifiutate di venderlo. In Italia, dopo che Panorama ha titolato la copertina di un suo numero “Libere, sottomesse e felici”, si sono scatenate numerose polemiche, tra cui quelle di Vera Montanari e Cipriana Dell’Orto, una direttrice di Grazia e l’altra codirettrice di Donna moderna, che ne hanno richiesto la censura a fronte delle annose battaglie per la parità delle donne e la liberazione dal maschio dominante.
Viene da chiedersi come mai un romanzetto leggero possa addirittura creare un «ribaltone culturale», mentre non accade lo stesso con i grandi classici, dove quasi mai vige la parità di genere. La deriva radical chic è sempre alle porte.
La sessualità è un campo complesso, basti pensare che proprio chi ha potere nel lavoro è spesso incline, nell’intimità sessuale, ad essere “sottomesso” o che le donne sono sottomesse anche quando fanno l’amante di un uomo che non lascerà mai la moglie. Quello che serve è la capacità di scegliere, stabilire regole, conoscersi, amarsi, cosa che differenzia la violenza dal sadomasochismo e che non può mai essere fraintesa nella lettura di un libro del genere.
Per capire cosa spinge al sesso estremo – ammesso che vi sia un confine che stabilisca il limite del sesso normale – andrebbe letto il saggio di Daniela Ranieri “De Erotografia. Nuove scritture del desiderio”, nel quale la giovane autrice racconta che «il porno-sado-chic è ormai una grammatica universalmente accettata: il modello di riferimento non è più la liberazione sessuale, ma una liberazione tramite costrizione, una fissità ossessiva dello sguardo sul corpo/segno/merce» e aggiunge che «oltre l’oscenità, oltre la morale, rimane come nuda evidenza la forza scarnante del desiderio».
Una maggiore comprensione della propria sessualità rende forti, equilibrati e più inclini al dialogo. Ben vengano, quindi, scritture al femminile, in cui le donne riescano ad esprimere cosa vogliono e come lo vogliono, finalmente libere dagli stereotipi culturali e dalle pornografie maschili. Il livello letterario è un’altra storia.
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