L'infelice vecchiaia di Anita e Sly
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L'infelice vecchiaia di Anita e Sly

Anita Ekberg e Sly Stone, due icone dello spettacolo di tanto tempo fa accomunate da una triste vecchiaia. [Piero Montanari]

Anita Ekberg
Anita Ekberg
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Piero Montanari Modifica articolo

27 Settembre 2011 - 12.54


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di Piero Montanari

Nel “Settimo sigillo” di Bergman il regista si scontra con la fede, ma soprattutto con l’ancestrale paura dell’Uomo nei confronti della Morte che, nella partita a scacchi del film, finisce per vincere inesorabilmente, come è purtroppo giusto che sia.

Cito il grande regista svedese perché ritengo che il pegno che si deve pagare alla morte è la vecchiaia che, per certi versi, può anche essere peggiore della morte stessa. James Dean e Marylyn Monroe questo scacco non l’hanno subito perchè, morendo giovani, hanno consacrato sé stessi al mito e all’immortalità, anche se pagato a duro prezzo.

Due notizie di questi giorni mi hanno colpito profondamente: gli 80 anni di Anita Ekberg, la meravigliosa attrice della felliniana “Dolce Vita”, che pochi ricordano come ‘persona’ ma tutti come icona sensuale di quel prezioso film, soprattutto nella scena del bagno nella fontana di Trevi insieme a Mastroianni. Oggi Anitona (questo era il suo appellativo all’epoca) è una vecchia signora sola, costretta in carrozzella per la frattura insanabile del femore, in un ospedale per lungodegenti dei castelli romani, assistita da una suora, sua unica amica, che festeggerà con lei il 29 settembre il traguardo degli 80 anni.

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La curiosità un po’ morbosa mi ha spinto a cercare le foto della Ekberg di oggi, e mi è apparsa l’immagine di una persona irriconoscibile, ben lontana da quella che la mia fantasia si era portata dietro in tutti questi anni. Effetto doloroso e spiacevole.

Ed ecco la seconda notizia: vi ricordate Sly Stone, la grande star del R&B che con la sua Family segnò un’epoca negli anni ’70? Un vero mito musicale che, con altri grandi interpreti, cambiò la storia della pop music di quel periodo.

Ebbene, oggi, non ancora settantenne, vive poverissimo in un camper, assistito da una coppia di pensionati che gli preparano da mangiare e gli permettono di lavarsi in casa loro.

Sly aveva una villa sontuosa a Beverly Hills, dove dava party con ospiti come Stevie Wonder, Miles Davis, Jimi Hendrix, guadagnava con la sua musica milioni di dollari e la bella favola sembrava non dovesse finire mai. Poi il declino, il pubblico che ti abbandona e ti dimentica, la tua musica che non va più, complice una vita dissoluta segnata dall’uso di stupefacenti, sperpero di denaro, e tutto è miseramente finito.

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Ti ritrovi, come Sly e Anita, vecchio e solo, a ricordare una lontana, lontanissima dolce vita.

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