Peter Falk: l'ultima intervista italiana
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Peter Falk: l'ultima intervista italiana

Marco Spagnoli ha intervistato Peter Falk nella sua ultima volta in Italia nel 2004. La riproponiamo per ricordare l'attore protagonista di mezzo secolo di cinema e tv.

Peter Falk
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Marco Spagnoli Modifica articolo

27 Giugno 2011 - 23.06


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L’assedio dei fotografi è finito da poco quando finalmente riusciamo a parlare in privato con Peter Falk. Il negozio di Bulgari di Via Condotti a Roma è pressoché stato preso d’assedio da fans che desiderano vedere da vicino ‘il tenente Colombo’ e – sorpresa, sorpresa – quella moglie della vita reale, di cui il suo alter ego televisivo non ha fatto mai mostra. Ed è significativo che la sua compagna da quasi un quarto di secolo sia del tutto assente nei quadri dell’attore…

In un certo senso la vita imita l’arte: sua moglie è assente dai suoi quadri come quella di Colombo non si vede mai nei suoi telefilm…

E’ vero ed è anche un po’ buffo: considero mia moglie una delle donne più belle del mondo, ma – purtroppo – so bene che è anche incapace di finire in un mio quadro. Dopo due minuti che sta in posa si alza e se ne va. Non riesce a stare ferma. In più non riesce nemmeno a stare zitta per più di tre minuti. Ogni volta che abbiamo provato a lavorare insieme, abbiamo finito per litigare. A quel punto era meglio lasciare perdere…

In che cosa altro assomiglia a Colombo?

Beh, entrambi non riusciamo a smettere di parlare di nostra moglie. Io potrei raccontarle storie di mia moglie almeno fino alle tre della mattina…


Perché le piace tanto dipingere?

Mi è sempre interessato molto. Del resto anche gli animali sanno dipingere. Alcuni gorilla certamente lo fanno….


Beh, almeno lei è decisamente più bravo di un gorilla…

Questo sì, lo devo ammettere. Ho iniziato a dipingere negli anni Settanta come un hobby.

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La pittura non è stata una carriera, però…

No, la mia carriera è fare l’attore e nonostante non sia proprio un giovanotto, recito ancora molto spesso. La pittura resta, però, un hobby che si avvicina molto alla mia idea del ‘paradiso’: è una cosa che mi piace molto. Alzarsi al mattino, fare una buona colazione e trascorrere tutto il giorno a dipingere è qualcosa di meraviglioso. Dipingo principalmente donne? Perché? Beh, me lo chiedono in molti, ma io domando loro cos’altro ci sia che valga la pena ritrarre al mondo? Gli alberi sono decisamente belli, ma io preferisco le donne.

Guarda spesso i suoi film?

No, non è facile. Alcuni li guardo con piacere, ma non sempre. Preferisco vedere le cose nuove che fanno gli altri.

Uno dei suoi lavori di maggiore successo è stato: [i]Una strana coppia di suoceri[/i] oggetto di un recente remake intitolato [i]Matrimonio Impossibile[/i] con Michael Douglas nel suo ruolo e Albert Brooks nel ruolo che era stato quello di Alan Arkin?

E’ uno dei miei film preferiti, non solo uno dei migliori che io abbia interpretato. Una delle commedie più divertenti che abbia mai visto e dove tutto è derivato da una sceneggiatura molto ispirata. Sono molto orgoglioso e – soprattutto – non riesco a ricordarmi di un altro film della mia carriera che mi sia altrettanto divertito a girare. Amo Una strana coppia di suoceri. Mi è piaciuto girarlo, mi è piaciuto vederlo e ho adorato rivederlo oggi in Dvd.

Cosa prova, invece, quando pensa ad alcuni grandi film che lei ha interpretato nella sua carriera e che oggi sono considerati dei classici da [i]La scuola dell’odio[/i] a [i]I quattro di Chicago,[/i] da [i][b] La grande Cors[/i]a a Ardenne ’44 – un inferno, da Italiani brava gente a Il cielo sopra Berlino fino ad arrivare a Angeli con la pistola il grande film di Frank Capra con Glenn Ford e Bette Davis…[/b]

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Si tratta di film che toccano il mio cuore in diverse maniere, ma – se le devo dire la verità – Angeli con la pistola ha un pezzo speciale del mio cuore. Quello è stato il mio primo grande successo a Hollywood. Prima di quello avevo interpretato in una parte importante solo Sindacato assassini nel 1960 dove c’era addirittura Sarah Vaughan, la famosa cantante jazz, in un piccolo ruolo. L’avevamo girato a New York, ma era passato inosservato, perché non c’era nessun attore famoso. Nemmeno io, del resto, all’epoca lo ero. Angeli con la pistola, invece, era ben altra cosa. C’era Glenn Ford, c’era Bette Davis ed era diretto nientemeno che da Frank Capra! Avevo perennemente la bocca aperta. Non mi sarei mai atteso di finire con quella compagnia. Eppure era successo ed ero molto felice. Era un film straordinario!


Lei è considerato un attore di culto, quasi una ‘leggenda’

E’ molto gratificante e soddisfacente che le persone ricevano divertimento e vengano intrattenute da qualcosa che tu hai fatto.


Come ci si sente ad essere riconosciuto ovunque e ad avere sempre persone che le dicono quanto abbiano amato il tenente Colombo ?

Negli ultimi trenta anni la mia carriera è stata quasi del tutto concentrata sulle avventure del tenente Colombo. Un personaggio cui sono inevitabilmente molto legato. Ancora oggi lavoro a tre o quattro special all’anno.

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Quali sono i suoi sentimenti nei confronti di Colombo?

E’ una figura unica. Ne esiste uno solo al mondo come lui. E’ originale. Mi ha sempre intrigato molto l’idea di uomo che in realtà è il migliore detective del mondo e che al tempo stesso è così privo di pretese. Di Colombo mi è sempre piaciuta la grande umanità, il fatto che potesse rappresentare per lo spettatore il vicino della porta accanto e nello stesso momento una persona completamente concentrata sul suo lavoro. Da un lato è fantastico e dall’altro è decisamente ordinario. Questa combinazione di elementi differenti e in apparenza antitetici è quella che lo rende unico e così amato dal pubblico.

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Peter Falk è nato a New York il 16 settembre 1927 da padre polacco e madre russa. Da anni vive a Los Angeles con Shera Danese, la sua seconda moglie conosciuta sul set di Colombo. All’età di tre anni, Falk ha perso un occhio in seguito ad un’operazione dovuta alla necessità di eliminare un cancro che si era sviluppato nel bulbo oculare. Dopo avere fatto domanda alla CIA e avere lavorato per anni come contabile per lo stato del Connecticut, grazie alle sue lezioni di recitazione è diventato presto un attore di grande successo. Harry Cohn il mitico boss della Columbia rifiutò di fargli il contratto dicendo: “Per lo stesso denaro, posso prendere un attore con due occhi!”. Lo stesso Falk ha negato che lo Smithsonian Institute di Washington abbia preso per il suo museo l’impermeabile originale del tenente Colombo. “E’ nel mio armadio.” Dice.

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