Guerra di Erdogan ai curdi: sterminata una famiglia con cinque bambini
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Guerra di Erdogan ai curdi: sterminata una famiglia con cinque bambini

Al terzo giorno dell'offensiva turca contro l'enclave di Afrin continuano gli scontri. Ventuno i morti. La Russia lascia fare il Sultano

Guerra di Erdogan ai curdi: sterminata una famiglia con cinque bambini
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22 Gennaio 2018 - 09.15


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La guerra continua e si continua a morire durante l’offensiva turca forse ironicamente chiamata “Ramoscello d’ulivo”, visto che sta provocando morti e feriti: decine di civili siriani hanno perso la vita negli attacchi turchi al distretto di Afrin, nel nord-ovest di Afrin, in mano ai curdi in Siria, ha detto il comando militare curdo. I morti sono al momento 21.
Secondo e Unità di protezione del popolo (Ygg) sei civili hanno perso la vita oltre a un combattente Ypg e due combattenti delle unità di tutte le donne Ypj.
“Circa 13 civili sono stati feriti e tre sono in condizioni critiche”, si legge nella dichiarazione del Ypg.
Inoltre, otto civili di una famiglia, compresi sette bambini, hanno perso la vita in un’incursione turca nella campagna settentrionale di Afrin,.
Sono stati resi noti i nomi dei membri della famiglia sterminata nel villaggio di Cilbir nel distretto di Afrera Sherawa.
Wael El Huseyn (1 anno, Salameh Huseyn (6 anni), Musab El Huseyn (6 anni), Fatallah El Huseyn (8 anni), Hadeel El Huseyn (10 anni), Refeh El Huseyn El Homer (33 anni), corpi di Ehmed El Huseyn ( 17 anni), Samak El Huseyn (16 anni)
Nel frattempo appare sempre più ambiguo il ruolo della Russia che tacitamente sembra appoggiare l’offensiva di Erdogan, dal momento che le Ypg sono comunque un soggetto scomodo e, al momento, poco gradite ad Assad sia per la loro voglia di grande autonomia del Rojava sia perché, pur avendo una piattaforma politica chiaramente di sinistra, nella lotta al Califfato sono stati militarmente aiutati dagli Stati Uniti, prima con Obama e poi con lo stesso Trump.
Curioso il fatto che le testate filo-Putin in queste ore stiano rilanciando alcune veline dei comandi militari curdi a cominciare dalla notizia del passaggio delle milizie Jaysh al-Thuwar – che fanno parte delle Sdf, ossia le Forze siriane democratiche che on Ypg hanno liberato Raqqa – dalla parte dei turchi. Notizia falsa, hanno detto da parte curda, messa in giro ad arte per alimentare la confusione e demoralizzare la resistenza curda.
Ed in effetti le testate “putiniane” in queste ore stanno rilanciando tutte le dichiarazioni che provengono da Erdogan. Un segnale molto chiaro.

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il primo bilancio degli scontri
L’artiglieria turca continua a bombardare le postazioni dei miliziani curdi delle Unità di difesa del popolo (Ypg), considerati dei “terroristi”, nel terzo giorno di offensiva lanciata contro l’enclave di Afrin, in Siria, dalla provincia di confine Kilis. Lo riportano i media turchi.
Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani, sono 21 le persone rimaste uccise nei bombardamenti turchi da sabato scorso, tra cui sei bambini. Ankara afferma di aver colpito solo “terroristi”, accusando l’Ypg di “propaganda”.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Anadolu, nella notte l’esercito avrebbe distrutto due postazioni da cui i miliziani curdi avrebbero lanciato razzi sulla città turca di Reyhanli, facendo un morto e 46 feriti.
 Sempre secondo Anadolu, le forze turche avrebbero preso ieri il controllo di 11 postazioni che erano in mano ai miliziani Ypg nella regione di Afrin.
Blindati e militari turchi sono entrati ieri nella regione di Afrin, nel secondo giorno dell’operazione ribattezzata “Ramoscello di ulivo” contro i miliziani curdi, sostenuti dagli Stati Uniti nella lotta contro i jihadisti dello Stato islamico (Isis).
- Ieri gli Stati Uniti hanno invitato la Turchia a dare “prova di moderazione”, ma il capo del Pentagono, Jim Mattis, ha definito “legittimi” i timori di Ankara per la propria sicurezza, aggiungendo che Washington era stata avvertita dell’avvio delle operazioni. La Francia ha invece chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu, che si terrà oggi a porte chiuse.
Secondo il premier turco, Binali Yildirim, l’operazione punta a creare una “zona di sicurezza” di circa 30 chilometri a partire dal confine. I media ufficiali turchi hanno detto ieri che le forze di Ankara sono penetrate di cinque chilometri in Siria. L’operazione sarà “limitata e di breve durata”, ha detto oggi il vicepremier turco Mehmet Simsek.

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